PESCARA – Si e’ avvalso della facolta’ di non rispondere Luigi Di Pietrantonio, accusato di aver gambizzato domenica scorsa in via Lago di Capestrano, a Pescara, il pugile Emanuel Zuanel, 33 anni da compiere. I suoi due figli, Luca e Deny Di Pietrantonio, accusati di aver fatto parte del commando, si sono invece difesi sostenendo che al momento dell’agguato erano a casa della madre, ex moglie di Luigi Di Pietrantonio. I tre sono assistiti dall’avvocato Paolo Marino.
Nello specifico, il padre e’ sospettato di aver sparato, mentre i suoi due figli Luca e Deny, i suoi due nipoti Valerio e Diego Di Lazzaro, e William Natali, sono accusati di avere ripetutamente colpito la vittima con calci e pugni mentre era a terra ferito. I sei, che si trovano in carcere, sono indagati per concorso in tentato omicidio e porto abusivo di arma. Stando alle indagini, il movente e’ da rintracciarsi nelle continue e pressanti richieste di piccoli prestiti da parte della vittima. Il gip Nicola Colantonio nell’ordinanza di custodia cautelare ha definito gli indagati “soggetti violenti, assolutamente privi di autocontrollo e, quindi, dotati di spiccata capacita’ delinquenziale”.
Il giudice, inoltre, descrive Luigi Di Pietrantonio, come “il soggetto piu’ pericoloso” e “un soggetto particolarmente avvezzo alla commissione di azioni criminose e capace di procurarsi armi micidiali per aggredire l’incolumita’ altrui”. Le indagini, condotte dalla squadra mobile di Pescara diretta da Pierfrancesco Muriana, sono coordinate dal Pm della Procura di Pescara Barbara Del Bono.
Anche Valerio e Diego Di Lazzaro, assistiti dall’avvocato Roberto Serino, hanno respinto le accuse davanti al gip Nicola Colantonio. Nello specifico, Diego ha detto al giudice che al momento del fatto era a casa della madre a Sambuceto, mentre Valerio stava andando a prenderlo. I due poi hanno aggiunto che quando sono arrivati in via di Lago di Capestrano l’aggressione era gia’ avvenuta.