AVELLINO – Una vera e propria tragedia. Il pullman fuori controllo; l’autista che tenta di rallentare contro le barriere dell’autostrada; la corsa impazzita per un chilometro; il volo di quaranta metri dal viadotto e lo schianto. È un bilancio pesantissimo quello dell’indicente del bus di amici in gita precipitato ieri sera dall’autostrada A16 a Monteforte Irpino: 38 morti (di cui tre bambini) e dieci feriti gravi.
Quello che resta da chiarire è la dinamica dell’incidente: per alcuni testimoni il bus avrebbe sterzato per evitare auto incolonnate nei pressi di un cantiere, per altri sarebbe scoppiata una gomma. Ma la Polstrada precisa che sul luogo dello schianto non ci sono segni di frenata: il mezzo secondo una prima ricostruzione si è trascinato lungo una barriera di cemento ed ha poi sfondato il guardrail finendo nella scarpata.
Parti del sistema di trasmissione dell’autobus sono state trovate a terra oltre un chilometro prima del luogo dove è precipitato e questo rende molto probabile che il mezzo fosse già danneggiato mentre percorreva un tratto in forte pendenza. Un operatore ha visto il bus passare di fronte ai suoi occhi circa un chilometro prima del viadotto: «Andava a forte velocità e con la porta anteriore aperta o mancante», racconta.
Una delle ipotesi è che lo sbandamento del pullman sia stato dettato da una manovra in extremis per evitare una colonna di auto bloccata da un altro incidente. Un’altra ipotesi è che si siano rotti i freni. E, mentre è stata completata la rimozione della carcassa del pullman turistico, si sta procedendo a una prima verifica sui freni e sulle gomme per chiarire la dinamica dei fatti. Molti aspetti restano da chiarire. Anzitutto la velocità del pullman in un tratto in discesa, su un viadotto che presenta una curva molto ampia. La polizia autostradale non ha rilevato segni di frenata da parte dell’autobus.Il mezzo secondo una prima ricostruzione si è strascinato lungo una barriera di cemento ed ha poi sfondato il guardrail finendo nella scarpata.
Il personale di Autostrade per l’Italia, in ricognizione notturna per la valutazione dei danni all’infrastruttura, ha trovato a terra parte del sistema di trasmissione del pullman al chilometro 33,650, non lontano dal luogo dell’incidente. In base a queste rilevazioni si può dedurre che il pullman fosse stato danneggiato mentre percorreva l’autostrada in un tratto a forte discesa non lontano dal luogo dell’incidente. Sono inoltre state rilevate abrasioni sulla barriera laterale a circa 800 metri dal luogo dell’incidente e ulteriori abrasioni sul muro di margine destro in calcestruzzo 500 metri dopo. Altri indizi sono stati rilevati sulle barriere metalliche del margine destro, e un incidente che ha coinvolto circa 15 auto in tamponamenti di grave entità sullo stesso viadotto. È quindi probabile che l’autista abbia tentato di rallentare il mezzo fuori controllo.
La procura di Avellino ha aperto un’inchiesta per omicidio colposo plurimo e l’indagine sarà «a tutto campo»: gli accertamenti giudiziari saranno finalizzati a far luce non solo su eventuali responsabilità dell’autista, che è morto nell’incidente e sul corpo del quale sarà eseguita l’autopsia in giornata per stabilire se è stato vittima di un malore, ma anche sulle condizioni tecniche del pullman che aveva superato la revisione annuale a marzo scorso come spiegato dal ministro Lupi. Inoltre, sarà verificato il corretto segnalamento dei cantieri autostradali presenti nella zona. L’inchiesta potrà poi riguardare anche la qualità tecnica della barriera di protezione che è stata abbattuta dall’autobus – a tal proposito sarà valutata la posizione della società Autostrade – e tra le ipotesi avanzate dai pm c’è anche quella di strage colposa: alcuni nomi sono già stati inseriti nel registro degli indagati. Intanto i rottami del bus sono stati rimossi e trasferiti in un Centro demolizione.
Fra le vittime, tre sono bambini. Dei feriti alcuni sono in gravi condizioni. Cinque i bambini feriti ricoverati in ospedale, e due di loro sono molto gravi. Un’altra dozzina di persone è rimasta ferita tra quanti viaggiavano su auto che sono state urtate dal pullman. Le bare delle vittime sono state allineate nella scuola di Monteforte Irpino, dove è già cominciato lo strazio del riconoscimento da parte dei parenti. Erano tutti amici con la passione delle gite. Ad organizzarla, «come sempre», raccontano i parenti, era stato Luciano Caiazzo, salumiere di Pozzuoli (Napoli) che, neanche un mese fa, aveva compiuto 40 anni e che è fra le vittime dell’incidente. «Gli avevamo organizzato una festa a sorpresa – racconta Anna Caiazzo, che lavorava con lui – era la sua passione organizzare gite. Fra dieci giorni dovevamo partire per la Croazia, tutti insieme, come sempre».
Nessuno dei genitori dei cinque piccoli coinvolti nel tragico incidente avvenuto ieri sera sull’A16 è purtroppo al capezzale dei propri figli. A confermarlo è il direttore medico di presidio dell’ospedale pediatrico Santobono Carlo Maranelli. Potrebbero essere ricoverati in qualche ospedale oppure figurano tra le vittime. Nell’ospedale Santobono ci sono due bimbi in rianimazione: Francesca, 3 anni, molto grave, operata stanotte per una frattura al cranio che, molto probabilmente, sarà nuovamente sottoposta a intervento chirurgico per un’altra frattura. Nello stesso reparto anche un bambino, Cristoforo, anche lui ha tre anni, ed è molto grave. In neurochirurgia, non in pericolo di vita, c’è un bimbo di 10 anni con una frattura alla mandibola, fratello di Francesca. Nello stesso reparto c’è anche una femminuccia, di 4 anni, Maria, con una frattura alla tibia e al perone. L’ultimo bimba, si chiama Marianna, ha 10 anni, ed è ricoverata in chirurgia d’urgenza per una frattura alla mandibola. I bambini sono giunti nella notte nell’ospedale pediatrico napoletano dai nosocomi di Nola e Avellino. Una zia dei fratellini, scortata dalla polizia, stanotte si è recata nell’ospedale per riconoscere i nipotini. Nell’ospedale c’è un gruppo di parenti dei bambini.