TERAMO -Per i “Punti nascita, non sara’ chiusura ma riorganizzazione del percorso per garantire la sicurezza”. E’ quanto afferma in una nota il segretario provinciale di Teramo della Federazione medici di medicina generale (Fimmg) e componente Comitato Percorso Nascita Regione Abruzzo Ercole Core.
“Dopo tante polemiche, come componente del Comitato Percorso nascita regionale e rappresentante del territorio – spiega – mi corre l’obbligo di precisare alcune questioni. Innanzitutto la valutazione espressa dal Comitato non si e’ basata sul numero delle nascite, come si vuole far credere, ma su una valutazione complessiva che tiene conto delle linee guida nazionali ed europee inerenti la sicurezza strutturale, di organico e organizzativa dei punti nascita attualmente esistenti in Abruzzo”.
“Se si considera che in Abruzzo vi sono dodici punti nascita con circa 10.000 nuovi nati l’anno (ad esclusione dei 1.000 nati fuori regione) e che la variabilita’ dei dati e’ molto elevata (si va dai 328 nuovi nati con 13 posti letto di Sulmona fino ai 2.000 nuovi nati con 44 posti letto di Pescara) e’ evidente che occorre riorganizzare tutto il percorso nascita per dare sicurezza sia alle madri, durante il periodo gestazionale, il parto e anche dopo, sia ai nuovi nati. A tale proposito – prosegue il medico – e’ appena il caso di ricordare che la fotografia emersa dallo studio dei punti nascita sul territorio regionale e’ sconcertante: non hanno ne’ strutture adeguate ne’ personale sufficiente e i percorsi per il trasporto materno-fetale e neonatale non sono definiti, per cui la sicurezza attualmente non viene assicurata. Tuttavia i parametri di sicurezza sono fondamentali e irrinunciabili, da qui la decisione non di chiudere i punti nascita ma di riorganizzare tutto il percorso”.
In particolare – illustra sempre Core – “tale riorganizzazione prevede: la riconversione dei punti nascita di Atri, Sulmona, Penne, Ortona dove saranno istituiti ambulatori ostetrici con attrezzature e personale adeguati a seguire tutto il percorso gestazionale pre e post partum con ostetriche attive non solo negli ambulatori ma anche sul territorio. In tali struttura ogni donna potra’ scegliere il proprio medico e la ostetrica, che la seguiranno fino al parto e al post partum garantendo anche la presenza nell’ospedale di riferimento. In questo modo si individuera’ precocemente la gravidanza a rischio a cui sara’ assicurato un percorso diagnostico terapeutico differenziato e un’assistenza continua; l’attivazione in tutte le aree, e in particolare in quelle disagiate, del trasporto materno-fetale e neonatale con ambulanze attrezzate e personale altamente qualificato come previsto dalle linee guida; la messa a norma strutturale dei punti nascita con il potenziamento dell’organico, cosi come previsto dal cronoprogramma individuato dalla commissione”.
“Come si vede – rileva il dottor Ercole Core – tutto e’ incentrato sulla sicurezza del percorso nascita. Dunque non si chiude ma si riorganizza e si investe sul territorio e negli ospedali di riferimento, dando una organizzazione adeguata agli standard di sicurezza richiesti. Sicurezza non vuol dire avere l’ospedale sotto casa ma poter raggiungere nelle migliori condizioni possibili di assistenza e sicurezza l’ospedale di riferimento. Sicurezza significa offrire al territorio servizi in grado di garantire assistenza continua. Sicurezza significa avere i punti nascita a norma e con potenzialita’ ben superiore ai 500 parti. Oggi, infatti, si puo’ dire adeguato solo un reparto che ha non meno di 1000 nati all’anno. Prima di chiedere che tutto resti invariato – commenta infine il segretario provinciale di Teramo della Federazione medici di medicina generale e componente Comitato Percorso Nascita Regione Abruzzo – bisognerebbe pretendere che sul territorio ci siano garanzie di assistenza sufficienti e, all’interno degli ospedali, reparti adeguati per assicurare la migliore assistenza possibile a tutte le donne e madri della nostra regione”.