SULMONA – “Nonostante il Ministro alla Sanita’ Beatrice Lorenzin, l’11 novembre scorso, abbia ridefinito i criteri di valutazione per ottenere la deroga alla chiusura dei Punti nascita, dal governo regionale emerge ancora una volta irresponsabilita’ e mancanza di disponibilita’ a riaprire il confronto al fine di evitare la chiusura dei quattro Punti nascita abruzzesi”. Lo afferma il presidente della Commissione di Vigilanza, Mauro Febbo, a margine dell’audizione dell’assessore regionale alla Sanita’, Silvio Paolucci, che si e’ svolta oggi all’Emiciclo, su due argomenti: chiusura Punti nascita e riorganizzazione della rete ospedaliera abruzzese.
“In Commissione di Vigilanza abbiamo chiesto il riesame delle procedure, e, alla luce del cosi’ detto decreto Lorenzin dell’11 novembre scorso, di integrare il Comitato Percorso nascita regionale con nuove professionalita’ ‘indipendenti’ che possano ampliare il confronto scientifico – aggiunge ancora il presidente Febbo -. Dalla rilettura dei due pareri emessi dal CPNR, peraltro, si evince come non corrisponda per tutti i casi il criterio orografico rispetto ai limiti temporali legati alla sicurezza. In Commissione di Vigilanza abbiamo accertato, infatti, che il presidio ospedaliero ‘San Massimo’ di Penne, che abbraccia un’area montana dove gravitano paesi come Farindola, Villa Celieria o Civitella Casanova, o il ‘San Liberatore’ di Atri, su cui si riversano gli utenti dei centri di Arsita e Bisenti, potrebbero ottenere la deroga ministeriale”.
“Peraltro – incalza il presidente Febbo – l’atteggiamento di totale chiusura mostrato oggi dall’assessore Paolucci e’ da mettere in relazione con la nebulosa riorganizzazione della rete ospedaliera. Anche in questo caso – conclude Febbo – la proposta fatta dal governo regionale e’ tenuta ancora una volta nascosta al Consiglio e, quindi, ai cittadini abruzzesi”.
Sempre in Commissione, come riferisce il Capogruppo di Forza Italia, Lorenzo Sospiri, Paolucci avrebbe detto che “Con la dismissione del punto nascita, il presidio ospedaliero “San Massimo” di Penne perdera’ anche il Pronto soccorso”.
“E’ evidente – prosegue Sospiri – e noi piu’ volte lo abbiamo detto, che la chiusura del Punto nascita di Penne comportera’, con la nuova riorganizzazione della rete emergenza-urgenza, anche il declassamento del pronto soccorso. La conseguenza, quindi, e’ la chiusura dell’ospedale San Massimo. Sono queste le reali intenzioni del Partito democratico e del Presidente Luciano D’Alfonso, che oggi l’Assessore regionale Silvio Paolucci ha confermato in Commissione di Vigilanza. Il sindaco Rocco D’Alfonso anziche’ perdere tempo con amene letterine e proclami bucolici, sfiduciasse il suo Presidente, artefice – conclude Sospiri – del collasso della sanita’ vestina”.