SULMONA – “L’accreditamento dei punti nascita andrebbe fatto sulla base dei requisiti piu’ ampi e che comprendano gli aspetti territoriali, dei livelli professionali, strutturali e tecnologici e non avere come discrimine essenziale il solo riferimento numerico dei parti annui”.
E’ questo uno dei punti chiave dell’interrogazione che la senatrice Stefania Pezzopane ha rivolto al ministro della Salute, insieme ad altre colleghe e colleghi del Pd, sui punti nascita. Nell’interrogazione si chiede di conoscere sulla base di quali criteri sia stato stabilito lo standard minimo di 500 parti annui, come limite di sicurezza, limite praticamente mai raggiungibile nelle aree interne di montagna, come sicuramente lo e’ Sulmona, pur in presenza di presidi ospedalieri attrezzati e professionalmente adeguati.
“L’assunzione di tale standard comporta nel nostro paese la chiusura pressoche’ totale dei punti nascita dei distretti montani e delle zone rurali – afferma la senatrice – finendo per concentrare tutti i servizi nei grandi presidi ospedalieri, che sarebbero sovraffollati, prefigurando una riduzione eccessiva dei servizi nelle zone rurali, anche di carattere primario per le comunita’. Alcune Regioni stanno giustamente applicando delle deroghe, per esempio la Toscana, che si sta facendo carico della questione aree interne e montane in maniera ammirevole”.
Nell’interrogazione si chiede anche di conoscere quali misure specifiche il ministero pensa di adottare, a tutela della donna partoriente e del nascituro, considerata la distanza degli ospedali piu’ vicini e dei lunghi tempi di percorrenza dovuti alle peculiarita’ dei territori montani. E se queste scelte non comportino costi aggiuntivi per investimenti nei grandi presidi ospedalieri gia’ sovraffollati.