ROMA – “Con Forza Italia abbiamo avuto un incontro civile. Berlusconi non vuole qualcuno con una storia militante nel nostro partito. Ma noi non possiamo accettare veti”, tuona Matteo Renzi intervenendo davanti all’Assemblea dei deputati del Pd. Come annunciato stamattina il premier ha iniziato a vedere alcune personalità del suo partito. Renzi ha incontrato Bersani a Palazzo Chigi. «Abbiamo cominciato a ragionare, abbiamo ragionato bene. La strada è ancora lunga, ci sono ancora alcuni giorni», ha detto Bersani al termine dell’incontro. Poi è stato il turno di Berlusconi. L’ex Cavaliere è arrivato accompagnato da Gianni Letta.
Oggi dovrebbe essere una giornata chiave sul fronte Quirinale. Da domani si inizia a votare ed è probabile che in serata il premier farà uscire il suo nome. L’attenzione di Renzi si concentra sempre più su Sergio Mattarella, sebbene anche Padoan gli piacerebbe (meno al grosso del Pd), senza bocciare definitivamente una donna nella persona di Anna Finocchiaro.
L’avviso di Renzi a Berlusconi è netto: se Forza Italia continuerà a porre veti il Pd potrebbe procedere da solo con i voti di un largo arco delle forze parlamentari su un numero non necessariamente espressione del Patto del Nazareno. Non fa rose né indica figure, ma il pensiero corre subito al candidato attualmente più gettonato tra i gruppi Pd, ovvero Sergio Mattarella, ma anche a figure con un Dna dichiaratamente di sinistra come Fassino, Veltroni e – perché no? – Prodi, che tra l’altro oggi sarà messo alla prova alle quirinarie del M5S.
Dall’altra parte del tavolo si oppone il centrodestra nelle sue varie connotazioni. All’unisono come ai vecchi tempi, Berlusconi e Alfano insistono per insediare sul Colle un «moderato» a scelta tra Amato e Casini. Ecco spiegato lo sfogo odierno di Renzi: «Sono un contraente del patto del Nazareno e lo rivendico. Il capo dello stato lo abbiamo sempre fatto con Forza Italia. Ma questo non significa che prendiamo il loro nome. Con Fi abbiamo avuto un incontro civile, non vogliono qualcuno con una storia militante nel nostro partito. Non possiamo accettare veti. Non facciamo e non accettiamo diktat».
Renzi e Berlusconi si dovrebbero vedere oggi all’ora di pranzo, ma l’ipotesi di un candidato non Nazareno è destinata a creare sommovimenti nei partiti. Nella narrazione che rimbalza tra i palazzi, il premier soffre il pressing sempre più asfissiante a sostegno del «Dottor Sottile». Ai suoi occhi lo vogliono in tanti, anzi in troppi, al punto da insospettirlo. Come mai, si domandano al Nazareno, i «compagni» sono così scatenati per Amato? Tutto questo favore nel giro dalemiano, unito alle indicazioni che giungono dal socialismo d’oltre confine, per non dire delle lobbies di alto profilo europeo e occidentale già entrate in azione, tutto questo dà a Renzi la sensazione di un vero assedio.
Renzi punta invece su Mattarella. Il premier sa che l’anima democristiana sarebbe tutta con lui, che la «ditta» bersaniana non avrebbe da obiettare e perfino la sinistra di Sel (con propaggini grilline) sarebbe disposta a convergere su Mattarella. Forte di questi convincimenti, oggi Renzi tenterà di mettere Silvio con le spalle al muro. È previsto un faccia a faccia tra i due, dopo che ieri sera Berlusconi aveva snobbato l’incontro tra le delegazioni ufficiali: lo considera un teatrino fastidioso, laddove a lui piacciono i vertici decisivi. Ma c’è chi ha colto nell’ex premier anche un certo fastidio, un malumore crescente (non lo ha certo rasserenato la zampata del pm che non vuole abbreviargli di 45 giorni la pena ai servizi sociali). Berlusconi già sa che Renzi gli confermerà il no ad Amato e cercherà di fargli digerire Mattarella. Il Cav resisterà, e non è solo: Alfano lo spalleggia nella speranza che la roulette si fermi quantomeno su Casini.
Se Renzi decidesse di puntare su una strategia “non Nazareno”. Torna quindi in campo il Movimento 5 Stelle. Per i grillini è il giorno delle Quirinarie. Dopo l’assemblea congiunta di deputati e senatori, convocata alle 9 di questa mattina, il blog di Beppe Grillo aprirà le procedure di voto per chiedere alla rete degli attivisti di esprimere un candidato per la presidenza della Repubblica. Toccherà all’assemblea esprimere una rosa di quattro personalità e l’ultima parola la dirà il referendum online. Il nome di Romano Prodi dovrebbe essere della partita.