Artista istintiva fin dall’infanzia, nel percorso emozionale della sua vita, la sua ricerca si è nutrita di classicità, si intravedono, al primo impatto con i suoi lavori un notevole richiamo a Gustav Klimt; in realtà è un arricchimento che ha generato la sua unicità.
Patrizia D’Andrea, al contrario di illustri artisti di un tempo, che per dare corpo alla loro poetica d’immagine, usavano pochi oggetti visibili (Monet e le sue Ninfee, o Renoir con interni nobiliari), resta coerente al suo mondo interiore.
Genera l’idea, figlia del sogno e gemella del colore, appare la figura femminile immersa nel lirismo che di sguardo in sguardo palpita in un gioco geniale di cromatismi di luci e penombre; non ombre, perché andrebbe a limitare tutto un mondo misterioso. La penombra ha in sé il fascino elegante della notte, l’immensità della percezione che nei lavori dell’Artista, diventa il momento creativo, l’icona perenne della libertà. Emozione, sogno, essenza, sono i doni di Patrizia alla visione dello spettatore, è il colore che stravolge la normalita’ della percezione. All’Aurum di Pescara si è tenuta dal 16 al 23 settembre la mostra della artista abruzzese.
E’, quella di Patrizia, una pittura ai massimi sistemi intellettivi, che si esalta in una armonia perfetta iconografica di luce e controluce, annullandone i confini. Molta estetica contemporanea mette sullo stesso piano la percezione dell’artista e il lettore del “messaggio” pittorico, ebbene, Patrizia con i suoi colori “stravolge” questo assioma: è la ricerca di un mondo eterno, è la parole lirica, trasposta in pittura, è il ritorno della unicità dell’intimo, che lo sguardo fa suo e trasforma in melodia, a volte struggente, a volte sanguigna e ironica, come le cadenze della nostra terra d’Abruzzo.
Patrizia, è l’ individuo che si libera dell’anonimità opprimente. Meravigliata beltà, è la poesia cromatica delle opere dell’artista, prorompente magma, che ad ogni colore finalmente viene fuori dallo scrigno prezioso della memoria. Dunque, è la mano di lei che diventa strumento di un vento gravido di sfumature ; trasporta lo spettatore negli eleganti richiami di un lirismo dedicato alla sua interiorità, poi noi, alla visione restiamo stupefatti, e grazie a Patrizia, celebriamo l’esistenza, nella raffinata filologia della sua pittura che sa regalarci con eleganza, senza tempo, senza spazio.
ARXIS