ROMA – Beppe Grillo e Gianroberto Casaleggio “bacchettano” i senatori 5 Stelle che ieri hanno presentato, facendolo approvare in Commissione giustizia al Senato, un emendamento per l’abolizione del reato di clandestinità. “La loro posizione in Commissione è del tutto personale, non faceva parte del programma. Non siamo d’accordo sia nel metodo e nel merito”, scrivono i due capi del Movimento in un post a doppia firma sul blog.
Ma il diktat di grillo – almeno per ora – non sortisce l’effetto sperato. «Facciamo una riunione, ne parliamo e vediamo cosa decide la maggioranza», replica Andrea Cioffi, senatore 5 stelle cofirmatario insieme a Maurizio Buccarella dell’emendamento che abolisce il reato di immigrazione clandestina, in un’intervista a Europa online. Ma ne parlerete anche con Grillo? «Non lo so, ma il regolamento parla chiaro: decide la maggioranza dei parlamentari eletti riuniti in assemblea. Cioffi dice inoltre di non temere di essere espulso: «Assolutamente no» risponde. «La nostra posizione – aggiunge Cioffi – l’abbiamo spiegata nell’emendamento. Abbiamo spiegato in tutte le salse che il reato di immigrazione clandestina è un falso problema perché non fa altro che ingolfare i tribunali. Non ci possiamo permettere quei costi. Così sottraiamo risorse alla polizia per il controllo delle strade. Un emendamento che aveva solo un senso tecnico…». Stasera un’assemblea congiunta di deputati e senatori discuterà del caso.
Secondo il leader e il guru 5 Stelle nessun «portavoce può arrogarsi una decisione così importante senza consultarsi» anche perché «se durante le elezioni politiche avessimo proposto l’abolizione del reato di clandestinità l’M5S avrebbe ottenuto percentuali da prefisso telefonico». E quindi questo emendamento altro non è che «un invito agli emigranti dell’Africa e del Medio Oriente a imbarcarsi per l’Italia». La bocciatura su tutta la linea, da entrambi i numi tutelati del Movimento, è netta: «Il M5S – ricordano Grillo e Casaleggio – non è nato per creare dei dottor Stranamore in Parlamento senza controllo. Se durante le elezioni politiche avessimo proposto l’abolizione del reato di clandestinità, presente in Paesi molto più civili del nostro, come la Francia, la Gran Bretagna e gli Stati Uniti, il M5S avrebbe ottenuto percentuali da prefisso telefonico». «Sostituirsi all’opinione pubblica, alla volontà popolare è la pratica comune dei partiti che vogliono “educare” i cittadini, ma – avvertono – non è la nostra. Il M5S e i cittadini che ne fanno parte e che lo hanno votato sono un’unica entità».
La proposta di modifica, firmata dai senatori grillini Maurizio Buccarella e Andrea Cioffi, è passata ieri con il parere favorevole del governo. Tecnicamente il discorso è un po’ complesso, ma il risultato, spiegano i tecnici della giustizia di Pd e Pdl, è piuttosto chiaro e cioè: l’immigrato clandestino non commetterà più un reato. Il suo resterà, com’era prima, un illecito amministrativo che potrà essere punibile solo con un ordine di espatrio, ma non con l’arresto. «Stanno smantellando la Bossi-Fini – denuncia la Stefani – Alfano deve chiarire come la pensa. Questo irresponsabile buonismo alimenterà ulteriormente il disastro umanitario al quale stiamo assistendo in queste ore». Altrettanto duro il commento del presidente dei senatori della Lega Massimo Bitonci: «L’abolizione del reato di immigrazione clandestina è una vergogna. Ci batteremo in aula per reintrodurlo. Alfano e il Pdl dimostrino di essere coerenti con la politica sull’immigrazione che hanno portato avanti fino ad ora». «È semplicemente una risposta demagogica ad un problema complesso – sbotta Edmondo Cirielli, deputato di FdI – così si scardina un sistema già precario, si incoraggiano nuovi arrivi e si smantella il lavoro svolto dalle forze di polizia».
Nel ddl sulla messa alla prova varato dalla Camera la questione dell’immigrazione non era stata minimamente affrontata. All’articolo 1, che dava la delega al governo ad individuare misure alternative alla detenzione, in Commissione Giustizia del Senato, è stato introdotto un nuovo articolo, l’1-bis con il quale si assegna al governo un’altra complessa delega: quella di stabilire quali reati potrebbero venire depenalizzati. Risultato al quale si era giunti abbinando un disegno di legge firmato dai senatori del Pdl Francesco Nitto Palma e Giacomo Caliendo. Ed è in questa parte del provvedimento che il Movimento 5 Stelle ha fatto scattare la trappola riuscendo a trasformare l’immigrazione clandestina da reato a illecito amministrativo. Il Movimento 5 Stelle difende con forza il proprio emendamento e accusa la Lega di dire «bugie». «La Bossi-Fini con l’introduzione di questo reato – spiegano Buccarella e Cioffi – ha aumentato la clandestinità, distolto le forze dell’ordine dalla sicurezza del territorio, aumentato i costi per la giustizia con cifre spropositate. E i parlamentari ricordano come anche il Sindacato autonomo della Polizia (Sap) aveva sollecitato già nel 2008 il Parlamento a dire basta con questa misura che aveva aggravato il sovraffollamento carcerario».