ROMA – Il referendum è cruciale «non per i destini di qualcuno ma per il futuro della credibilità della classe politica italiana», dice Matteo Renzi in direzione Pd. «C’è fuori un mondo che chiede al Pd se ha le idee chiare, quella che si apre è una stagione difficile e affascinante nella quale scommetto sul fatto che il Pd possa essere protagonista e non comparsa», aggiunge il premier.
Renzi poi replica alle critiche sulle banche e contrattacca: «In questi anni, molte polemiche di commentatori nascono sul tema delle banche. Trovo ingiustificate le polemiche fatte anche da alcuni di noi, riprendendo un tema dei Cinquestelle.
“Noi – afferma alla riunione della Direzione Pd – non abbiamo salvato i bancari o i banchieri: noi abbiamo salvato i correntisti. E se le misure sulle Popolari fossero state prese dal governo di centrosinistra nel 1998, con ministro del Tesoro Ciampi e direttore generale del Tesoro Draghi, oggi molte cose non sarebbero successe» a cominciare dalle popolari venete. «E se la politica si fosse tenuta fuori dalle banche prima, non avremmo visto quello che è successo a Siena con Montepaschi».
«Fallo come preferisci, ma impegnati se no vai contro un muro». Pier Luigi Bersani, a poche ora dalla riunione della direzione del partito, invita il Pd e il suo leader Matteo Renzi a introdurre diverse novità nella sua organizzazione e nel suo atteggiamento per superare una crisi che viene da lontano e che si incarna ora in un forte astensionismo e in un clima di antipolitica.
«Se vogliamo chiamare ancora partito la “cosa collettiva che ci serve” dobbiamo partire dai valori: dobbiamo avere tutti uguale dignità, dobbiamo indicare un punto di vista, i nostri programmi debbono partire dalla vita comune dei cittadini». Insomma, «dobbiamo avere un principio e darci poi forme organizzative coerenti, usando il territorio non come un luogo in cui fare pedagogia, ma come luogo da conoscere e a cui dare risposte». Per Bersani «una strada c’è, e passa dal collettivo: il leader la deve interpretare, ma deve avere orecchie sul territorio».
Bersani sollecita anche ad avere più «umiltà» nella lettura del voto, che sarà proprio uno dei temi della direzione Pd del pomeriggio. «Non puoi pensare di dirigere il traffico se non sai come sei arrivato lì». Un esempio di mancata analisi del voto è quanto avvenuto nei piccoli comuni, «dove è presente un forte civismo spesso orientato a destra», a riprova che «chi parla di assenza della destra non vede la mucca in corridoio».
In passato la politica è stata credibile quando «ha portato crescita economica ma coniugandola con la riduzione della forbice sociale». Ma dal 1989 in poi il tema dell’antipolitica è stato e resta dominante, serve dunque una politica che risolve i problemi e ascolta il territorio. La risposta deve essere «un sistema istituzionale ed elettorale flessibile e accogliente» e un partito rinnovato nella sua struttura ma sempre improntato ai valori di condivisione, collettivo, dignità e individuazione di programmi per risolvere i problemi dei cittadini. L’alternativa, afferma Bersani che sta decidendo se parlare alla riunione del pomeriggio, è pericolosa: se il Pd non cambia rotta «va contro il muro».