PESCARA – Con l’avvicinarsi del turno elettorale, crescono le “incomprensioni” su svariati argomenti inerenti le candidature. Soprattutto sui cosiddetti “cambi di casacca”, che ad ogni tornata, si ripresentano con puntualità. stavolta a prendere posizione è il presidente regionale di Forza Italia, Nazario Pagano: “Non esiste alcun esodo di massa dalla coalizione di centrodestra. Abbiamo qualche ‘globetrotter’ che, come accade in ogni campagna elettorale, apre la caccia alla poltrona offerta e promessa dal solito cantastorie di turno”.
“La nostra coalizione – prosegue – e’ forte, concentrata solo a lavorare sul nuovo programma elettorale. Pertanto, non vedo riposizionamenti ne’ abbandoni. Abbiamo dimostrato di avere uomini e donne preparati, capaci di avviare la fase due del nostro programma elettorale: crescita dell’occupazione e sviluppo dell’economia del nostro Abruzzo, cioe’ l’aspetto che ci sta piu’ a cuore”.
Sulla vicenda, infatti, era intervenuto Maurizio Acerbo, consigliere regionale Prc-Se, candidato presidente della Regione Abruzzo: “La campagna acquisti del candidato presidente Luciano D’Alfonso comincia finalmente a suscitare qualche malessere da parte di Sel e IdV nonche’ di esponenti del Pd. Era ora! Vedremo se si tradurra’ in qualcosa di piu’ di un ritocchino alle liste”.
Acerbo sostiene che “si confermano le ragioni della nostra scelta di presentarci autonomamente con la mia candidatura. E’ positivo che emerga una critica verso i personaggi caricati sul tir ma l’elemento centrale rimane che e’ proprio la candidatura di D’Alfonso il problema principale. Anche senza trasfughi il centrosinistro abruzzese (cosi’ lo definisce Acerbo) e’ insostenibile. Il centrosinistra aveva la possibilita’ di costruire una coalizione vincente come in Sardegna. Ha scelto invece di consentire una candidatura che in qualsiasi paese europeo sarebbe considerata impresentabile. Come si fa a contrastare il centrodestra berlusconiano candidando alla guida della Regione uno le cui vicende emerse nel corso dei processi fanno impallidire quelle di Chiodi o De Fanis? Come si fa a candidare uno che se condannato in appello costringerebbe la Regione a tornare al voto?”.
E aggiunge: “Se candidi uno come D’Alfonso a presidente tutto diventa possibile. E infatti nei giorni in cui diventa caso nazionale la vicenda dell’erogazione ai cittadini di acqua contaminata il Pd pescarese decide di mettere in lista Giorgio D’Ambrosio e Donato Di Matteo, gia’ ai vertici dei due piu’ importanti consorzi acquedottistici” conclude Acerbo.