L’AQUILA – La prima volta da premier all’Aquila per Mattero Renzi non è certo stata delle più felici. A causa di una protesta organizzata da alcuni comitati e associazioni, il presidente ha “evitato” per motivi di sicurezza il suo primo appuntamento che si sarebbe dovuto tenere al ristrutturato palazzo Fibbioni, nella nuova sede della municipalita’ aquilana. Incontro poi spostato nella sede del Gran Sasso Science Institute, alla Villa Comunale. In questo luogo, il premier avrebbe dovuto avere un secondo ed ultimo appuntamento con i sindacati e con le associazioni di categoria in particolare quelle imprenditoriali.
Intanto nel marasma creatosi nel parapiglia tra le forze dell’ordine e i manifestanti, uno di questi ultimi ha accusato un malore lungo via San Bernardino (nella quale si affaccia lo stesso palazzo Fibbioni) proprio a causa dello scontro avuto con il cordone delle forze dell’ordine ed e’ stato trasportato in ospedale in ambulanza unitamente ad una poliziotta rimasta leggermente ferita sul setto nasale a causa degli stessi tafferugli.
“L’Aquila libera, mai la mafia, non la vogliamo” recitava uno degli striscioni dei manifestanti che intanto scandivano slogan. Ad inscenare la protesta, in particolare, sono stati i comitati “3 e 32” e “Ombrina mare”. In un altro striscione campeggia la scritta “Renzi non ti vogliamo, vattene”.
La visita del primo ministro a L’Aquila era stata annunciata piu’ volte, e poi smentita, da circa un anno e mezzo. Dopo il cambiamento di programma, Renzi è giunto alle 17,35 nella sede del Gran Sasso Sciencie Institute (Gssi) per incontrare Cialente e il presidente della Regione Abruzzo, Luciano D’Alfonso. Presente, inoltre, la sottosegretaria con delega alla ricostruzione post sisma, Paola De Micheli. Massiccio il servizio d’ordine per un summit assolutamente blindato. L’accesso allo stabile ubicato nelle adiacenze della Villa Comunale è stato off limits per tutti, giornalisti compresi.
Temi centrali della giornata aquilana, in particolare, i fondi governativi per la ricostruzione post sisma e il problema della restituzione di tributi e contributi sospesi a causa del terremoto con la legge nazionale n. 183 del 2011. Con questo provvedimento lo Stato aveva disposto la restituzione alle imprese del cosiddetto cratere sismico al 40% dei tributi e contributi. Agevolazioni sempre concesse dallo Stato per qualsiasi calamita’ naturale fin dal 1990. Tuttavia l’Unione europea ha aperto una procedura di infrazione nei confronti dell’Italia, per la quale viene richiesta la restituzione di tali agevolazioni fiscali, poiche’ Bruxelles doveva essere informata prima dell’entrata in vigore della legge n. 183 del 2011, cosa che, effettivamente, non e’ avvenuta.
Renzi ha iniziato il suo intervento, precisando che la scelta di posticipare fino ad ora la visita nella città devastata dal terremoto è stata dovuta all’attesa di conoscere bene la situazione. “Mi ero detto ‘non metto piede a L’Aquila finché non è chiaro lo scenario. Talvolta in passato si è dato l’impressione di far prevalere l’aspetto scenografico sulla risoluzione dei problemi. Io sono appassionato di comunicazione ma continuare a fare visite a L’Aquila senza aver chiaro il quadro sarebbe stato discutibile. Abbiamo atteso la delibera Cipe di agosto, la conversione del decreto 78/2015 e ora possiamo mettere le carte in tavola”. Poi ha aggiunto: “Questo territorio, ma più in generale il Mezzogiorno e tutta l’Italia, ha tutte le possibilità per ospitare centri di eccellenza”.
Analizzando la situazione attuale e guardando a quanto ancora c’è da fare, dato che i “soldi ci sono”, il presidente del Consiglio ha fissato un appuntamento per il prossimo anno: “Ridiamoci appuntamento da qui a meno di un anno, per andare a vedere i cantieri. La priorità – ha aggiunto – è il centro storico dell’Aquila”.