ROMA – Lunedì pomeriggio incontro inatteso al Quirinale tra il segretario del Pd Matteo Renzi e il presidente Giorgio Napolitano. Il faccia a faccia è durato circa un’ora, poi il sindaco di Firenze è subito rientrato alla sede del Pd in largo del Nazareno. Tra il presidente Napolitano e il segretario del Pd Renzi c’è stato, a quanto diffuso dall’ufficio stampa di presidenza della Repubblica «uno scambio di idee su prospettive, confronto e iter per la riforma della legge elettorale e per le riforme istituzionali, in attesa della sentenza della Consulta sulla legge elettorale». Il primo commento di Renzi dopo l’inconto è affidato a Twitter: «Parlare di rimpasto è roba da prima repubblica #chenoia Vi prego: parliamo di #coseconcrete».
Le cose concrete, per il segretario del Pd, sono prima di tutto cambio di passo nell’agenda di governo. Renzi lavora per concretizzare questo obiettivo puntando a una svolta sul fronte della riforma della legge elettorale e a 4-5 proposte da inserire nel patto di coalizione. Il tutto con la garanzia che i tempi di approvazione siano certi. Il sindaco fiorentino ha ribadito non avere alcuna intenzione di far cadere Letta. Per il momento non si è ancora sbilanciato su quale modello elettorale intende «sposare», ma non chiude al doppio turno caldeggiato da Ncd e dai governativi del Pd, anche perché quest’ultimo sistema creerebbe meno problemi all’esecutivo rispetto a quanto farebbe un accordo tra il Pd e Forza Italia.
Il segretario ripartirà subito da Roma. Per lui il programma è fitto nei prossimi giorni: martedì 14 sarà a visitare una scuola media a Firenze, poi a Palazzo Vecchio per una serie di impegni da primo cittadino. Nel pomeriggio partirà per Roma e in serata incontrerà i senatori democratici. Non si esclude che nel weekend possa incontrare ancora il premier Letta, in rientro da Città del Messico. Nell’incontro con il presidente Napolitano, secondo fonti quirinalizie, non si sarebbe parlato di rimpasto, materia di stretta competenza del presidente e del premier.
La linea ufficiale del partito su questo tema è il distacco, ma intanto nel Pd si comincia a ragionare su un rinnovamento della squadra. E già si fanno i nomi sia di chi potrebbe uscire sia di chi potrebbe entrare. Renzi lunedì sera ha convocato i capigruppo e i presidenti delle commissioni parlamentari per raccogliere idee e iniziare a riempire il famoso «file di excel» con i temi da mettere in calendario e le date entro cui i provvedimenti andranno varati.
Nella serata di lunedì Renzi ha convocato una riunione con i capigruppo e i presidenti delle Commissioni, alla sede in largo del Nazareno. «Io non ho chiesto il rimpasto, il Pd non l’ha chiesto, se il premier ritiene nella sua autonomia di fare piccole modifiche o grandi modifiche, noi siamo a sua disposizione, ma il rimpasto non è oggetto di discussione del Pd», ha detto. «Il governo deve lavorare per tutto il 2014 e fare le cose bene. Il Pd non ha più alibi e nessuno a cui dare la colpa. Questo governo e questa maggioranza siamo noi. Sono d’accordo con Cuperlo: va incalzato per evitare brutte figure».