ROMA – “Tu rappresenti le banche, i poteri forti, sei una persona non credibile”: questo l’incipit del discorso fatto da Beppe Grillo a Matteo Renzi, nel secondo giorno delle consultazioni del presidente del consiglio incaricato. Breve e fulminante incontro in diretta streaming, forse l’incontro piu’ impegnativo per il sindaco di Firenze da quando e’ divenuto segretario del Pd e poi premier incaricato. Tra i due parla di piu’ il comico. “Tu dici cose bellissime, vai in giro con il camper, niente scorta. Ma no, non ti faccio parlare”, attacca fin dal primo istante, “In noi c’e’ totale indignazione e non ci interessa cio’ che tu rappresenti, il sistema che rappresenti. Non ci interessa”.
“Non e’ un trailer del tuo show”, replica Renzi, “Facciamo un po’ per uno, e’ un problema di correttezza”. Niente da fare. E’ quasi un monologo. “Beppe, perdonami. Stai cercando di provocare”, lo interrompe Renzi, che tenta anche una carta distensiva: “Sono uno di quelli che pagavano il biglietto per venire a vedere il tuo spettacolo”. Poi, alzando la voce: “Esci da questo blog, da questo streaming, e’ un luogo dove c’e’ il dolore vero c’e’ bisogno di affrontare”. “E’ finita, caro” e’ l’inevitabile l’epilogo. Grillo si alza e se ne va nella stanza accanto, a strigliare i giornalisti.
Altra musica con Berlusconi. “votereno singoli provvedimenti se saranno favorevoli al Paese”, annuncia il leader di Fi all’uscita, e qualcuno subito pensa alla possibilita’ di maggioranze variabili. Del resto sulle riforme “Abbiamo discusso della necessita’ di approvare secondo i tempi previsti la legge elettorale su cui non ci sono possibilita’ di cambiamento”. Quindi Italicum e basta, con liste brevi bloccate e premio di maggioranza al 37 percento.
Alla fine Renzi esce dalla sala delle consultazioni, e da’ l’annuncio: stasera al Quirinale a fare il punto della situazione, sabato scioglimento della riserva, lunedi’ fiducia delle camere. La prossima settimana nasce il suo governo, con un Grillo molto arrabbiato all’opposizione.