
FIRENZE – Nella città che ancora oggi è il simbolo del Rinascimento, Italia e Germania sono tornate a parlare insieme di futuro, di un’Unione che potrebbe ripartire più forte proprio da Firenze. Un bilaterale concluso con una conferenza stampa sotto la statua del David di Michelangelo. Con continui riferimenti alla cultura e a una «nuova Europa», Matteo Renzi ha accolto la cancelliera tedesca Angela Merkel per un vertice che aveva promesso alla sua città quando a febbraio di un anno fa lasciò l’incarico di sindaco.
La Cancelliera tedesca ha espresso fiducia nel piano di riforme di Renzi che è «molto ambizioso» e «molto importante», un «processo lungo» che «sono sicura che porterà dei risultati». Renzi, che ha scherzato con l’ospite («Ho suggerito, scherzando, ad Angela di usare la stessa nostra legge elettorale, ma intanto ce la facciamo per l’Italia perché è una legge che consente un vincitore certo»), ha commentato le ultime decisioni economiche dell’Ue dalle quali arrivano «primi segnali positivi», ma «non bisogna bloccare le riforme» nei singoli Stati.
Per la Merkel: «Il piano Juncker è un piano che ha un’importantissima funzione, è un progetto molto ambizioso e lo porteremo avanti», poi rivolto al premier italiano: «Le riforme non vanno fermate, dovete andare avanti». Anche perché, ha spiegato Merkel, «mi tranquillizza molto quello che avviene in Italia: ci sono riforme, si fanno passi importanti anche a livello psicologico, gli imprenditori tedeschi, che ho incontrato stamane, mi hanno detto che ora possono assumere, non hanno più paura di costi incalcolabili, possono agire in modo più chiaro» grazie a meno ostacoli.
Parole che suonano come musica per le orecchie di Renzi, che ha «affascinato» la Cancelliera con le bellezze della sua città – prendendola anche per la “gola” con i piatti tipici toscani – insistendo nel suo pressing per spuntare, dopo l’apertura contenuta nel piano Juncker, sempre più flessibilità in Europa, convincendo Berlino ad allentare la stretta del rigore. Pronto, come sempre, a mettere sul piatto il rispetto per i parametri e l’impegno sulle riforme in cambio di margini di manovra sul fronte investimenti, per spingere crescita e occupazione.