ROMA – Renzi non cita mai la Merkel nel suo discorso, eppure sembra evidente il suo sfogo. Da Londra il premier è sceso in campo nel duello sull’austerity in Ue, schierandosi apertamente con Parigi: “Rispetto la decisione di un Paese libero e amico come la Francia. Nessuno deve trattare gli altri Paesi come si trattano degli studenti”, ha detto il premier rispondendo alle polemiche scatenate dalla decisione di Parigi di rinviare il rientro al 3%.
«Io sto con dalla parte di François Hollande e Manuel Valls», spiega Renzi. Il riferimento era alla frase della cancelliera tedesca, che ieri aveva parlato della necessità per i Paesi europei con conti pubblici in difficoltà di «fare i compiti». Commentando le decisioni sui conti della Francia, Renzi ha spiegato: «Naturalmente per l’Italia la situazione è diversa: noi rispettiamo i limiti che ci siamo dati del 3%».
Nella sua visita a Londra, Renzi ha raccolto il sostegno di James Cameron sul tema della flessibilità: «Abbiamo una vera sfida per l’Europa, bisogna fare cose importanti, l’Europa deve essere più flessibile», ha detto il primo ministro inglese. Cameron ha sottolineato le «buone relazioni con l’Italia».
Renzi ha ancora una volta difeso la riforma del lavoro: «La riforma dell’articolo 18 è una grande riforma del mercato del Lavoro molto apprezzata dagli investitori, ma vorrei che fosse apprezzata da tutti», ha spiegato il premier.
In mattinata era arrivato l’avvertimento di Pierre Moscovici, commissario designato all’economia: «Se un Paese è sotto procedura per deficit e non prende le azioni necessarie e non fa le riforme, allora non ci sono dubbi o esitazioni: bisogna continuare con la procedura. Se un Paese non rispetterà le regole con le azioni necessarie e si trova sotto procedura, come la Francia, continuerò con la procedura», ha spiegato. L’ex ministro francese delle Finanze ha parlato in audizione all’Europarlamento: «Da ministro delle Finanze in Francia ho ridotto il deficit. Quando sono arrivato in Francia il rapporto con il Pil era al 5,5% e siamo arrivati al 4,1% a fine 2013. E tutti i bilanci sono stati approvati dalla Commissione», ha spiegato. L’avvertimento era anche rivolto all’Italia: «Le regole sono le stesse per tutti, non ci sono differenze tra i singoli Paesi, tutti saranno trattati usando la stessa bussola»:ha detto a chi gli chiedeva cosa pensasse del rinvio italiano del pareggio di bilancio.