ROMA – Gianfranco Fini, ex presidente della Camera dei Deputati, è indagato per riciclaggio dalla Procura di Roma nell’ambito dell’inchiesta culminata oggi con il decreto di sequestro preventivo di beni emesso dal gip ed eseguito dallo Scico della Guardia di Finanza, nei confronti di Sergio Tulliani, Giancarlo Tulliani ed Elisabetta Tulliani (compagna di Fini) per un valore di circa 5 milioni di euro. L’ex presidente della Camera è stato raggiunto da un avviso di garanzia.
L’indagine aveva portato nel dicembre scorso all’arresto di Francesco Corallo, Rudolf Theodoor Anna Baetsen, Alessandro La Monica, Arturo Vespignani e Amedeo Laboccetta (poi scarcerato dal riesame), sospettati di essere capi o partecipi di una associazione a delinquere a carattere transnazionale finalizzata ai reati di peculato, riciclaggio e sottrazione fraudolenta al pagamento delle imposte. Gli inquirenti sono convinti che il profitto illecito della associazione, oggetto di riciclaggio, una volta depurato, sia stato impiegato da Corallo in attività economiche e finanziarie, nonché in acquisizioni immobiliari. Ma sarebbe stato destinato anche ai membri della famiglia Tulliani.
Le perquisizioni a carico di Sergio Tulliani e del figlio Giancarlo, eseguite contestualmente alla ordinanza di custodia cautelare, nonché l’esito degli accertamenti bancari sui rapporti finanziari intestati ai membri di tutta la famiglia hanno portato alla luce, secondo chi indaga, nuove condotte di riciclaggio, reimpiego ed autoriciclaggio poste in essere da Sergio, Giancarlo e dall’altra figlia Elisabetta.
Dopo aver ricevuto, direttamente o per il tramite delle loro società offshore, ingenti trasferimenti di denaro disposti da Corallo ed operati da Baesten, privi di qualsiasi causale o giustificati con documenti contrattuali fittizi, i Tulliani avrebbero ulteriormente trasferito ed occultato, attraverso operazioni di frazionamento della provvista illecita e movimentazioni reciproche, il profitto illecito della associazione utilizzando propri rapporti bancari, accesi in Italia e alla estero.
Oggetto di queste vorticose operazioni, tra l’altro, sono stati i 2,4, milioni di euro, direttamente ricevuti da Corallo e, successivamente, trasferiti da Sergio Tulliani ai figli Giancarlo ed Elisabetta per essere reimpiegati in acquisizioni immobiliari nel comprensorio di Roma e provincia. Nonché il rilevante plusvalore di oltre 1,2 milioni di euro, che deriva dalla vendita dell’appartamento di Montecarlo, già di proprietà di Alleanza Nazionale di cui erano divenuti proprietari, di fatto, i fratelli Tulliani, a spese di Corallo, il quale aveva anche provveduto all’intera creazione delle società offshore dei Tulliani