L’AQUILA – Il nuovo decreto legge fissa paletti precisi per il rilancio della ricostruzione, in special modo per gli immobili dei privati, e per il tessuto imprenditoriale. Lo schema del provvedimento, all’approvazione del CdM, prevede l’estensione dello stato di emergenza al 31 dicembre 2020 e fissa contestualmente l’erogazione di 380 milioni per il 2019, e di altri 345 milioni per il 2020.
Nel computo degli interventi che il Commissario Straordinario del governo è chiamato a organizzare la priorità viene data alla ricostruzione degli edifici scolastici, i quali dovranno essere ripristinati o riedificati nello stesso luogo nel caso in cui fossero ubicati nei centri storici, e in ogni caso “la destinazione urbanistica delle aree a ciò destinate non può essere mutata”.
Il decreto punta a migliorare le procedure per la ricostruzione degli immobili privati grazie a un iter più semplice e veloce. Il tutto vale anche gli interventi di riparazione, ripristino e ricostruzione grazie all’intervento diretto dell”Ufficio Speciale per la ricostruzione’ che ha facoltà di convocare la Conferenza regionale per far acquisire pareri ambientali, paesaggistici e di tutela dei beni culturali. Gli stessi ‘Uffici speciali per la ricostruzione’ si occuperanno anche delle richieste di contributo per strutture abitative in cui siano compresi immobili destinati ad abitazione principale o per attività produttive.
Il testo rimette mano al capitolo rimozione macerie fissando entro il 31 dicembre 2019 l’obbligo per le Regioni di aggiornare i siti di stoccaggio temporaneo e, in mancanza di una intesa, autorizza il Commissario straordinario “ad aggiornare comunque il piano”. E’ prevista poi l’estensione ai comuni del Cratere delle misure a favore dei giovani imprenditori’Resto al Sud’, le cui risorse vengono aumentate di 20 milioni rispetto a quelle già assegnate dal Cipe. Vengono poi prorogati i termini per il pagamento delle rate dei mutui concessi da Cdp ai Comuni, già previsti per gli anni 2016 e 2017 e ora estesi dal 2018 al 2020. Attenzione anche alle imprese agricole del cratere, per le quali vengono destinati 2 milioni per il 2019 e altrettanti per il 2020.
“Abbiamo consegnato al Presidente Conte un corposo pacchetto di proposte emendative riguardanti norme che secondo noi dovrebbero essere inserite”: lo ha dichiarato il Presidente della Regione Abruzzo, Marco Marsilio, al termine dell’incontro avuto questo pomeriggio a Palazzo Chigi con il Presidente Conte, insieme ai Presidenti delle Regioni colpite dai sismi e i rappresentanti dell’ANCI.
“Su alcuni aspetti c’è stata un’apertura, come nel caso del titolo del decreto mutato in “eventi sismici” al plurale, comprendendo anche quelli che hanno colpito il centro Italia” ha continuato Marsilio. Adesso ci attendiamo che, oltre al titolo, da subito venga approvato un pacchetto di modifiche specifiche che abbiamo presentato: dal reperimento del personale necessario a far funzionare gli uffici e sbloccare i cantieri; alla semplificazione delle norme; alle misure fiscali rispetto la proposta del Governo. Ho ricordato al Governo che dal 2000 tale abbattimento è stato del 60% e non del 50% come nell’attuale proposta. Mi aspetto quindi che il Governo dia seguito a questo confronto e si fidi delle proposte che arrivano in maniera trasversale dal territorio, poiché le proposte che abbiamo fatto, oltre che frutto dell’esperienza maturata finora nella gestione della ricostruzione, sono condivise da Presidenti, sindaci e amministratori di tutti i colori politici”.
Riguardo il ritardo con il quale è stato convocato il tavolo per la discussione del nuovo decreto sulla ricostruzione, Marsilio ha precisato che: “mi sono permesso di dire al Presidente del Consiglio che, forse, se non avessi protestato non saremmo qui, oggi, a poche ore dall’approvazione del decreto, a parlarne insieme. Il Presidente del Consiglio sostiene il contrario, di averci convocato a prescindere ma la convocazione l’ho ricevuta solo ieri (domenica, ndr) alle ore 20.00. Visto che da quattro mesi è stato preso l’impegno di poter scrivere il testo insieme, avrei preferito che il testo presentato al Consiglio dei Ministri fosse già frutto di questo confronto e non, come tradizionalmente avviene in queste circostanze, che prima si scrive un testo e poi si sottopone al parere dei diretti interessati. Comunque- ha concluso Marsilio- se c’è la volontà politica, ci sono sessanta giorni di tempo che possono essere utilizzati in maniera fruttuosa per correggere il decreto e l’invito che abbiamo rivolto è quello di fare l’ultimo decreto della serie, ossia avere il coraggio di inserire dentro questo decreto tutte le cose che servono e tutte le cose che mancano perché non c’è davvero più tempo da perdere.”