L’AQUILA – “Troppi comuni non hanno uno straccio di piano di protezione civile e chi ce l’ha non l’ha attuato, e comunque la popolazione non ne e’ consapevole”. Questo l’allarme lanciato dal capo della Protezione civile, Franco Gabrielli, spiegando che per colmare le lacune delle amministrazioni locali “io non ho poteri”, perche’ “quello di protezione civile e’ un sistema policentrico che ha vari livelli di responsabilita’”. Parlando a margine della consegna del “Premio di laurea dedicato ai giovani studenti ‘caduti’ a L’Aquila”, promosso dal Consiglio nazionale dei geologi, il numero uno del dipartimento di Palazzo Chigi ha continuato: “ci sta pure che il Gabrielli di turno ci metta la faccia e si prenda anche le ‘pomodorate’, ma cio’ non toglie che vanno individuate le singole responsabilita’ altrimenti i cittadini non capiscono e non sanno con chi prendersela”.
Osservando che nel nuovo progetto di riforma della Protezione civile “potrebbe essere una buona idea” inserire “una norma che consenta di verificare a livello nazionale l’esistenza e l’adeguatezza dei piani territoriali”, Gabrielli ha infine sottolineato che “andiamo incontro a tempi complicati segnati da cambiamenti climatici estremi: se non ci attrezziamo – ha concluso – saremo costretti a un’impotente conta delle vittime”.
E sull’argomento è intervenuto anche il sindaco dell’Aquila, affermando che l’opera di ricostruzione della città “dentro le mura ha raggiunto circa il 10% e solo il 3% nella zona più importante del centro storico”. L’obiettivo è di completare la ricostruzione “nel 2017 ma servono ancora circa 3,5 miliardi, oltre ai 4 miliardi già stanziati o spesi” ha aggiunto Cialente. Ricordando che “nei quartieri attorno al centro storico la ricostruzione è all’80%”, Cialente ha evidenziato che “ora i soldi ci sono ma non abbiamo il personale per far camminare i progetti”.