L’AQUILA – Presunte mazzette nell’ambito della ricostruzione post-terremoto per accaparrarsi appalti per il recupero di beni culturali ed ecclesiastici nel centro storico dell’Aquila. Polizia e Guardia di finanza hanno eseguito cinque ordinanze di custodia cautelare, due in carcere e tre ai domiciliari, nei confronti di un funzionario del Mibac, di un professionista e di tre imprenditori, per i reati di corruzione, falso, turbativa d’asta, millantato credito ed emissione e utilizzo di fatture inesistenti. Gli investigatori hanno in mano diverse intercettazioni telefoniche e ambientali oltre a filmati. In un caso verrebbe testimoniato il pagamento di una tangente dell’1% sui 19 milioni necessari per la ricostruzione della chiesa di Santa Maria Paganica.
Tra gli arrestati c’è anche Luciano Marchetti, ex vice commissario per i Beni culturali per la ricostruzione. Marchetti, allo stato libero professionista che si occupa di progetti per le opere pubbliche, è finito ai domiciliari. A quanto si apprende, gli altri arrestati sono: gli imprenditori Nunzio Massimo Vinci, Patrizio Cricchi, Graziano Rosone e Alessandra Mancinelli, all’epoca dipendente della Direzione regionale Beni culturali e paesaggistici per l’Abruzzo.
I provvedimenti sono il risultato di una complessa e lunga indagine sulle procedure che riguardano la ricostruzione e il consolidamento di alcuni beni ecclesiastici e di altri beni culturali di particolare rilievo storico-artistico nel centro storico del capoluogo abruzzese, gravemente danneggiati dal terremoto del 6 aprile 2009.
Una prima fase c’era già stata nei mesi scorsi con l’iscrizione nel registro degli indagati di alcuni imprenditori, professionisti e funzionari pubblici. L’attività investigativa, coordinata dal procuratore della Repubblica Fausto Cardella e dai sostituti Antonietta Picardi e David Mancini, è stata svolta congiuntamente dal Nucleo di Polizia tributaria della Guardia di finanza e dalla Squadra Mobile della Questura dell’Aquila.
Gli altri indagati nell’ambito dell’operazione “Betrayal” sono: Carlo Cricchi, 71 anni, nato ad Antorodoco (Rieti) e residente; Giuseppe Di Girolamo, 60 anni, nato a Rapino e residente a Chieti; Antonio Ciucci, 45 anni, nato a Roma e residente; Cristiano Incontro, 35 anni, nato a Lentini, residente a Carlentini (Siracusa) e domiciliato all’Aquila; Vincenzo Altorio, 59 anni, nato in Canada e residente a Avezzano; Francesco Girasante, 65 anni, nato a Pescara e residente; Carmine Falasca, 67 anni, nato a Chieti e residente a Pescara; Mario Proietti, 42 anni, nato a Viterbo e residente; Carlo Lufrano, 47 anni, nato a Chieti e residente; Marco Calderoni, 40 anni, nato a Roma e residente; Fausto Anzellotti, 64 anni, nato a Roma e residente; Ilona Busova, 45 anni, nata a Uhrske Hradiste (Repubblica Ceca) e residente a Chieti.
Tutti gli indagati sono accusati a vario titolo di corruzione aggravata per un atto contrario ai doveri d’ufficio; falsita’ ideologica commessa dal privato in atto pubblico; distruzione e occultamento di atti veri; uso di atto falso; turbativa d’asta; millantato credito; emissione di fatture o altri documenti per operazioni inesistenti.