PESCARA – A quasi dieci anni dal terremoto del 2009, alcuni sindaci si dicono preoccupati per il futuro della ricostruzione post-sisma e per la ricostruzione dei Comuni fuori cratere. Lo hanno espresso in una lettera di 23 pagine inviata al presidente del Consiglio dei ministri Giuseppe Conte, ai ministri dell’Economia Giovanni Tria, del Lavoro Luigi Di Maio, dell’Interno Matteo Salvini e poi a tutti i parlamentari abruzzesi di tutti gli schieramenti politici, in cui viene ricostruito punto per punto il difficile momento che la ricostruzione dei 110 paesi fuori del cosiddetto cratere sismico del 2009, stanno vivendo.
Tutti invitati alla riunione che si terrà a Fossa, nella sede dell’Ufficio speciale per la ricostruzione del cratere, lunedì 8 ottobre. Una situazione di stallo che riflette anche quanto sta accadendo anche dentro al cratere sismico, appeso tra proroghe e scadenze, fra cui quella della Struttura di missione, che coordina tutti i processi, e di cui soltanto informalmente si conosce la volontà del Governo di prorogare l’attuale organizzazione sino al 31 dicembre.
Anche se il documento porta la firma del primo cittadino – coordinatore di tutti gli altri – del Comune di Cugnoli, Lanfranco Chiola, a scrivere sono tutti i sindaci dei Comuni del Pescarese e del Chietino, rientranti nell’area omogenea n. 5, con sede a Cugnoli, che si occupa dell’affidamento dei compiti relativi all’istruttoria delle pratiche di richiesta di contributo per la ricostruzione post-sisma 2009.
Una lettera che ha il sostegno di tutti gli altri sindaci, dentro e fuori del cratere, perché i problemi, per l’appunto, sono condivisi da tutti. L’appello arriva dopo mesi dall’invio di un’altra lettera, in cui i primi cittadini ricordavano al Governo appena insediato che “è necessario coordinare le procedure, le tempistiche e le coperture finanziare per completare la ricostruzione post-sisma Abruzzo 2009”, per cui si chiedeva di ricevere i contatti del referente individuato dal Governo come delegato alla ricostruzione post sisma 2009, e che andasse a sostituire la precedente sottosegretaria, Paola De Micheli.
“A oggi non è arrivata alcuna comunicazione in merito che possa dare delle certezze sulle risorse da destinare alla ricostruzione dei Comuni fuori cratere”, scrivono. E, in questo stato di “profonda incertezza”, i sindaci lanciano un forte grido d’allarme sul futuro della ricostruzione e sulle gravi ripercussioni che questa indeterminatezza sta avendo sull’intero processo di rinascita, “con il fondato timore – si legge nel documento – per le conseguenze negative che si avrebbero su tutto il nostro territorio, con un’eventuale interruzione della ricostruzione”.
A supporto delle loro preoccupazioni, i sindaci allegano una serie di schede, con dati e importi, che riportano le problematiche sul tavolo e che necessitano, dicono, “di una pronta risoluzione per portare a compimento la ricostruzione”.
Tra le quali, prima fra tutte, i mancati rimborsi dell’attività istruttoria, imponente, degli atti tecnici per le pratiche di contributo: “A seguito della rendicontazione delle somme relative alle spese per i consulenti che si occupano dell’attività istruttoria degli atti tecnici allegati alle pratiche di contributo per la ricostruzione post sisma – si legge nella lettera – che viene fatta sistematicamente dall’Ufficio speciale per la ricostruzione dei Comuni del cratere, a oggi ai Comuni capofila sono state liquidate solamente le relative spese fino al mese di dicembre 2017. Tutti i professionisti stanno lavorando senza percepire alcuna retribuzione da 9 mesi – proseguono i sindaci -. Si comunica che pur essendo presenti delle economie derivanti da risparmi di spesa inerenti l’anno 2017, alla data odierna i Comuni coordinatori dei sindaci delle aree omogenee non hanno ricevuto alcun rimborso per le spese sostenute dal mese di gennaio 2018 in poi. Questa situazione di totale incertezza e di nessuna comunicazione dagli uffici del Governo non permette ai Comuni l’anticipo di ulteriori pagamenti, il mancato trasferimento delle risorse e il rispetto degli equilibri di bilancio rendono impossibile sostenere finanziariamente i costi degli uffici”.