CHIETI – In base a quanto emerso durante le indagini, condotte dalla squadra mobile di Pescara, Enzo Perilli, in qualita’ di legale rappresentante della societa’ Akka di Roma, interessato all’intervento edilizio denominato ‘Megalo’ tre’, avrebbe fatto in modo di beneficiare dei favori del sindaco di Chieti, Umberto Di Primo, e di Michele Colistro, segretario generale dell’Autorita’ dei bacini di rilievo d’Abruzzo, per raggiungere il suo obiettivo e superare una serie di ostacoli.
Tra il 2012 e il 2013, infatti, l’Autorita’ di Bacino (prima della nomina di Colistro) e il Genio civile regionale hanno emesso una serie di provvedimenti ostativi in merito a ‘Megalo’ tre’, essendo stata rilevata la variazione delle quote altimetriche delle aree golenali, avvenuta a seguito degli illeciti reinterri di materiali su cui ha indagato il Corpo forestale dello Stato. Colistro, sempre stando a quanto emerso durante le indagini, avrebbe emesso un parere discordante con il suo predecessore escludendo che l’area in questione fosse soggetta a rischi idraulici e si sarebbe detto disponibile a variare il Piano stralcio difesa alluvioni vigente seguendo, in questo modo, le indicazioni di Perilli.
In cambio avrebbe ricevuto dall’imprenditore una carta Poste pay ricaricabile, la possibilita’ di utilizzare un immobile a Montesilvano e la concessione di incarichi professionali a titolo oneroso. Il sindaco, invece, allo scopo di permettere la realizzazione del progetto imprenditoriale di Perilli, si sarebbe impegnato ad adottare o far adottare dagli uffici comunali tutti i provvedimenti amministrativi di competenza, quali i permessi a costruire. Avrebbe inoltre promosso e votato favorevolmente una delibera di Giunta, a ottobre 2013, con cui veniva autorizzato a costituirsi nel giudizio promosso dinanzi al Tar Abruzzo dalla societa’ Akka per l’annullamento del provvedimento del Genio civile che annullava, di fatto, il precedente parere di compatibilita’ geomorfologica.
In cambio avrebbe ricevuto la promessa di un sostegno economico (non meglio quantificato) per la campagna elettorale in vista delle elezioni amministrative del 2015 per il rinnovo del Consiglio comunale di Chieti e la promessa di un sostegno economico (anche in questo caso non meglio quantificato) per le sue pendenze debitorie. Questo, almeno, il quadro ricostruito fino ad oggi dagli investigatori che, al momento, si stanno occupando delle perquisizioni a carico dei tre.
Pronta la replica di Di Primio che si dice “sereno” poiché avrebbe sempre agito “nella regolarità”. “Questa mattina – afferma – sono stato raggiunto da un decreto di perquisizione e contestuale sequestro nell’ambito di un procedimento penale incardinato dinanzi la Procura della Repubblica di L’Aquila, direzione distrettuale antimafia, nel quale risulto essere, insieme ad altri, indagato. Nel corso della perquisizione effettuata presso il mio domicilio e presso l’ ufficio del Comune ho messo a disposizione degli agenti di polizia giudiziaria tutto quanto era in mio possesso, sia in termini di documenti che di supporti informatici”.
“Pur se per professione sono abituato a vivere situazioni come quella capitatami questa mattina – prosegue il sindaco – non posso negare il dispiacere nel vedermi tirato dentro una indagine le cui circostanze, in parte non conosco assolutamente, mentre per le altre, quelle che mi riguarderebbero, mi vedono assolutamente sereno perche’ convinto di aver fatto tutto nel massimo della regolarita’ e della trasparenza senza aver creato vantaggio per alcuno, ne’ aver ottenuto alcunche’. Al di la’ dell’amarezza personale, perche’ coinvolto in questioni per le quali, ripeto, o sono totalmente estraneo o comunque ho certezza di non aver fatto nulla che valicasse il limite della legittimita’, il primo pensiero va alla mia famiglia e alle tante persone che credono in me e che, inevitabilmente, loro malgrado, saranno toccate da questa vicenda”.