ROMA – “Siamo chiamati a dare una nuova speranza al Paese, a rendere le istituzioni vive, attuali, perché non diventino simbolo del passato. Sono trent’anni che prendiamo a schiaffi l’opportunità di cambiare noi per cambiare il Paese, sono trent’anni che aspettiamo domani, come direbbe il poeta. È il tempo delle scelte, di decidere e nelle mani vostre c’è non solo la riforma della Costituzione ma l’ultima chance di credibilità per la politica tutta e sta a noi non sprecarla”. Così il ministro delle Riforme, Maria Elena Boschi, all’Aula del Senato. «Ho sentito parlare di svolta autoritaria- ha aggiunto – è una allucinazione che non può esser smentita con la forza della ragione perchè resta una allucinazione». Tra i banchi del governo, ad ascoltarla, il sottosegretario alla presidenza del Consiglio Graziano Delrio, il sottosegretario ai rapporti con il Parlamento Ivan Scalfarotto, il ministro della Difesa Pinotti, e il ministro dell’Istruzione Giannini.
Nell’Aula di Palazzo Madama, nel giorno in cui prendono il via le votazioni del ddl di riforma del Senato, il dibattito si è subito surriscaldato. La seduta ha preso il via puntuale alle 11 ma il M5S ha polemizzato sulla decisione assunta la scorsa settimana di non calendarizzare, come richiesto, l’esame di un testo per abolire le province. Ne è nato un vivace scambio di battute con il presidente Pietro Grasso, poi a dar man forte si è inserita la Lega, che mostrando il faldone dei 7000 emendamenti ha dichiarato: «Iniziamo ad allenarci…».
«Forse l’ostruzionismo ci porterà a lavorare una settimana in più e a sacrificare un po’ di ferie ma noi manterremo l’impegno perché lo abbiamo promesso ai nostri cittadini» ha detto il ministro Boschi nella replica , sottolineando che le riforme sono «la madre di tutte le battaglie, costituzionali, politiche e civili» ed ha rivendicato la capacità di «dialogo e confronto» da parte del Governo. Al voto dell’Aula, ha rilevato, c’è un testo che è frutto di un confronto, «testo ampiamente condiviso, sostenuto sin dall’inizio anche da forze che non fanno parte della maggioranza, come Forza Italia ed è frutto del lavoro di questi mesi; un testo che è stato migliorato. Noi – ha sottolineato – vorremmo una discussione nel merito e non per simpatie o antipatie di chi lo ha proposto. Non abbiamo paura del confronto se resta nel merito. Non abbiamo paura delle idee altrui».
Boschi è stata contestata con alcuni boati da parte dei senatori M5s. Applausi ironici e grida in coro dei pentastellati per superare la voce del ministro per le Riforme che tentava di chiudere il suo intervento. I cinque stelle sono “saltati” quando Boschi ha usato il termine «allucinazione». Il presidente Piero Grasso è stato costretto ad intervenire un paio di volte per placare gli animi.