ROMA -Il disegno di legge sulle riforme costituzionali arriverà in Aula al Senato domani, giovedì 10 luglio, per l’avvio della discussione generale. Il confronto proseguirà nella giornata di lunedì 14 luglio, dalle 11 alle 22, e di martedì. Le votazioni sul provvedimento inizieranno mercoledì 16 luglio. L’obiettivo è concludere l’esame del testo giovedì 17. Lo ha stabilito, a maggioranza, la conferenza dei capigruppo di Palazzo Madama. Il termine per gli emendamenti è stato fissato per martedì prossimo alle 13.
Un calendario che fa storcere il naso ai dissidenti del Partito democratico e a quelli di Forza Italia che avevano chiesto almeno una settimana in più prima dell’approdo in Aula del testo. Anche la capogruppo Sel, Loredana De Petris, motivando la richiesta di rinvio, aveva sostenuto: “Non è una riforma di piccola portata, è una modifica della Costituzione e ogni senatore ha il diritto, oltre che il dovere di valutare pienamente il provvedimento”. Pure il capogruppo M5S, Maurizio Buccarella aveva sollecitato uno slittamento di una settimana dell’avvio della discussione in Aula: «Chiedo inoltre che venga non solo richiesto ma imposto un tempo congruo, quanto meno di una settimana, per poter ragionare sugli emendamenti da presentare in Aula. L’accelerazione imposta è inaccettabile».
Proprio per quanto gli emendamenti, i relatori hanno presentato in Commissione Affari Costituzionali del Senato quello che recepisce l’accordo fra maggioranza e Forza Italia. Esso prevede che i senatori non vengano eletti dai cittadini bensì dai consigli regionali in proporzione della consistenza dei gruppi consiliari. «I consigli regionali – si legge nell’emendamento – e i consigli delle province autonome di Trento e di Bolzano eleggono i senatori tra i propri componenti e, nella misura di uno per ciascuno, fra i sindaci dei comuni dei rispettivi territori. I seggi sono attribuiti con sistema proporzionale sulla base dei criteri stabiliti con legge costituzionale, tenuto conto della composizione di ciascun consiglio regionale».
L’emendamento entra nel dettaglio delle modalità di elezione: «I consigli regionali – si legge nell’emendamento – e i consigli delle province autonome di Trento e di Bolzano eleggono i senatori tra i propri componenti e, nella misura di uno per ciascuno, fra i sindaci dei comuni dei rispettivi territori. I seggi sono attribuiti con sistema proporzionale sulla base dei criteri stabiliti con legge costituzionale, tenuto conto della composizione di ciascun consiglio regionale».