L’AQUILA – La Corte costituzionale ha dichiarato inammissibile la richiesta, presentata da alcuni consigli regionali, di referendum abrogativo della riforma della geografia giudiziaria. Inammissibili quindi i ricorsi verso una riforma inserita nel decreto per il taglio di spese pubbliche del governo di Mario Monti. L’idea di ribellarsi al taglio di tribunali e uffici giudiziari era partita lo scorso agosto dal Consiglio regionale abruzzese. A seguire erano arrivate le adesioni di Basilicata, Calabria, Marche, Friuli-Venezia Giulia, Puglia, Campania, Liguria e Piemonte. E così il superamento del numero minimo di cinque consigli regionali per richiedere il referendum era stato ampiamente superato.
Il provvedimento prevede il taglio di oltre mille uffici in tutta Italia e scatenato le proteste di dipendenti, cittadini e avvocati. La sentenza, sottolineano alla Corte costituzionale, “sarà depositata entro i termini previsti dalla legge”. La riforma della geografia giudiziaria è entrata in vigore il 13 settembre scorso. La norma sulla spending review del governo Monti aveva previsto la riduzione e l’accorpamento di 37 tribunali sui 165 esistenti, di 38 procure e la soppressione di tutte le 220 sezioni distaccate di tribunale.
Il decreto puntava a ottenere risparmi di spesa pari a 2 milioni 889mila e 597 euro per il 2012, 17milioni 337mila e 581 euro per il 2013 e 31 milioni 358mila e 999 per il 2014. Contro il taglio dei tribunali, tuttavia, si era sviluppato però un ampio movimento di protesta in tutta Italia. Tra le varie iniziative, cortei di sindaci, blocchi di strade statali, sit-in di lavoratori, lettere al premier Enrico Letta e al Capo dello Stato Giorgio Napolitano.Le Regioni avevano chiesto che fossero gli elettori esprimersi sull’abrogazione sia della delega data al governo per la riforma (e contenuta nell’articolo 1 del decreto legge 13 del 2011 contenente misure urgenti per la stabilizzazione finanziaria e lo sviluppo) sia sui successivi decreti legislativi (del settembre 2012) con i quali si era dato corpo alla nuova organizzazione di tribunali, procure e uffici del giudice di pace.
“Non ci fermeremo, andremo anche davanti alla Corte di giustizia europea, questa e’ una delle strade, noi cercheremo tutte quelle percorribili per contrastare questa riforma”. A dichiararlo e’ l’avvocato Fabiana Contestabile, che guida il Coordinamento nazionale che riunisce i Consigli regionali promotori del referendum e i vari comitati territoriali nati a sostegno. “Siamo molto delusi e offesi – dichiara Contestabile – e’ stato cancellato di fatto l’articolo 75 della Costituzione, perche’ non si e’ tenuto conto del fatto che il quesito era perfettamente ammissibile, e che era stato proposto da 9 Consigli regionali, quindi da 23 milioni di cittadini”.
Per i tribunale abruzzesi, però, c’è ancora uno piccola via d’uscita. Una proroga di dieci anni per derogare la riforma delle circoscrizioni giudiziarie nelle province abruzzesi, che interessa i Tribunali di Avezzano, Sulmona, Lanciano e Vasto, ed evitarne la soppressione. E’ quanto prevede l’emendamento presentato al decreto “Milleproroghe” dalla senatrice PD Stefania Pezzopane, firmato anche dai senatori Federica Chiavaroli (NCD), Luigi Cucca, (PD), componente della Commissione Giustizia e Enrico Buemi (PSI). Nel testo dell’emendamento si chiede di prorogare per dieci anni la deroga concessa ai Tribunali abruzzesi, per il sisma del 2009, che inizialmente prevedeva solo tre anni, a causa delle perduranti condizioni di inagibilita’ delle sedi dei Tribunali di L’Aquila e Chieti.
“La mobilitazione – afferma Pezzopane – continua. Ho presentato questo emendamento in sintonia con le richieste dei comitati cittadini, dell’Ordine degli Avvocati e dei Sindaci del territorio. La riforma intrapresa dai precedenti Governi rappresenta solo un aggravio dei costi per il cittadino, senza alcun beneficio concreto per il sistema giudiziario. L’emendamento ci consente di avere un lasso di tempo ragionevole per scongiurare la chiusura – ha proseguito Pezzopane – Dobbiamo fare squadra e dedicarci con convinzione a confezionare un progetto valido che salvi i tribunali abruzzesi, da presentare al Governo al piu’ presto, anche rivedendo qualche circoscrizione giudiziaria e salvaguardando i territori di montagna”.