ROMA – Renzi chiede sostegno ai senatori di maggioranza. Lo fa in una lettera parlando di riforme istituzionali: “Dalla vostra capacità di tenuta dipende molto del futuro dell’Italia. Siamo chiamati a una grande responsabilità: non la sprecheremo”. “All’inizio di questa settimana così impegnativa avverto il bisogno di scrivere a voi che con il vostro sostegno garantite la fiducia e la maggioranza al governo” spiega il premier.
«Stiamo realizzando un’impresa. Una legislatura nata con le difficoltà che ricordiamo può segnare una svolta nella storia repubblicana. La modifica costituzionale di cui state discutendo supera il bicameralismo perfetto, semplifica il processo legislativo, riequilibra il rapporto Stato Regioni, abolisce il Cnel, disegna uno Stato più efficace e semplice -si legge nella lettera-. Una rivoluzione del buon senso in linea con le principali esperienze costituzionali europee. Si può essere d’accordo o meno con questa riforma: definirla svolta autoritaria però significa litigare con la realtà». Per Renzi, «un provvedimento del genere potrebbe da solo dare il senso di un’intera esperienza politica. Ma per noi deve essere solo l’inizio». Il premier fa riferimento alla seconda lettura della legge elettorale in Senato.
Nel primo pomeriggio, però, arriva l’affondo di Grillo, giunto a Roma per incontrare i parlamentari M5S: «Faremo delle guerriglie democratiche» attacca il leader Cinque Stelle, annunciando che «non ci saranno né azioni eclatanti né dimissioni di massa». I giornalisti hanno chiesto a Beppe Grillo se Luigi Di Maio minacci la sua leadership. Secca la risposta: «Di Maio è una meraviglia. La leadership è quella del web». Porte chiuse al dialogo con il premier Renzi: «Ma con chi dobbiamo confrontarci, con Matteo Renzi che è un fantasma di interlocutore politico? La sua fretta sulle riforme è inaccettabile, lui vuole cambiare a tutti i costi la Costituzione nel mese di agosto». Grillo ammette però che «con il Pd c’è un confronto sulla legge elettorale, ma sia chiaro: noi non ci faremo prendere in giro» .
Eppure Renzi già guarda oltre: «Da settembre, si riparte con il programma dei mille giorni: la questione giustizia, la riforma del terzo settore, la delega fiscale, la riforma del mercato del lavoro, il piano infrastrutture, la semplificazione della pubblica amministrazione», spiega nella lettera. «Solo le riforme strutturali ci consentiranno di essere credibili per usare la flessibilità necessaria a far ripartire l’occupazione e la crescita. Abbiamo mille giorni per riportare l’Italia a fare l’Italia. Dopo ognuno farà le proprie scelte in libertà e rispetto. Ma i giorni che abbiamo davanti non possono essere buttati via. Non ce lo possiamo permettere noi, non se lo possono permettere gli italiani». Renzi sollecita i senatori a non buttare via i prossimi giorni e prosegue: «Stiamo vivendo un momento molto delicato soprattutto sotto il profilo internazionale: l’Ucraina, la Siria e l’Iraq, il Medio Oriente e la Terra Santa per tacere della Libia che per noi italiani è il problema più prossimo. In questa cornice sta sulle nostre spalle la responsabilità di fare dell’Italia e dell’Europa i luoghi di un dialogo possibile che affermi le ragioni della pace e della speranza».
Il premier dice ancora: «La riforma costituzionale per la quale vi accingete a passare giorni, e temo notti, in aula è dunque non solo la riscrittura condivisa anche con parte delle opposizioni della Legge Fondamentale ma è anche l’inizio di un affascinante e difficile tentativo di restituire concretezza alla parola speranza. Di restituire dignità alla parola politica. Di restituire onore alla parola Parlamento. Perché il percorso possa iniziare con l’approvazione della riforma costituzionale occorre allora la vostra fatica di questi giorni e per questo vorrei ringraziarVi». La lettera prosegue: «So che è il vostro dovere e che anzi molti di voi sono felici di uscire dallo stallo dei primi mesi di legislatura con un progetto ambizioso». Poi, sottolineando il fatto che è «umuliante» discutere di «argomento assurdi» come il nome da dare alla Camera, il premier aggiunge: «Conoscendo molti di Voi personalmente, allora, ho pensato giusto scrivervi, in modo informale e forse poco ufficiale, per dirvi dal profondo del cuore la mia gratitudine e augurarvi in amicizia in bocca al lupo. C’è chi vuole bloccare tutto. E c’è chi vuole cambiare, iniziando da se stesso. Dalla vostra capacità di tenuta dipende molto del futuro dell’Italia. Siamo chiamati a una grande responsabilità: non la sprecheremo».
E sulla legge elettorale dice: «Abbiamo convenuto circa i punti fondamentali: chiarezza del vincitore, premio di maggioranza proporzionato, principio dell’alternanza, ma la discussione del Senato consentirà di affrontare i nodi ancora aperti: preferenze, soglie, genere». E intanto si tratta ancora su immunità e referendum.