PESCARA – “E’ pazzesco e andrò al processo con lui”. Così il vicepremier e ministro dell’Interno Matteo Salvini dopo la decisione del gip del tribunale di Pescara di disporre il giudizio immediato nei confronti di Alessio Feniello, il padre di Stefano, una delle 29 vittime della tragedia di Rigopiano. L’uomo sarà processato dal Tribunale di Pescara per aver violato, nel maggio del 2018, l’area interdetta e posta sotto sequestro dalla magistratura.
Papà Feniello è stato già condannato, con un decreto penale che prevedeva un’ammenda di 4.550 euro, ma si è rifiutato di pagare opponendosi al provvedimento. Una vicenda, questa, che ha fatto il giro d’Italia facendo gridare da più fronti, anche politici, allo scandalo: Alessio Feniello, quel giorno di maggio, si recò nell’area della tragedia per portare dei fiori in memoria di suo figlio Stefano. Come recitava il decreto di condanna penale, all’uomo viene contestato l’essersi introdotto abusivamente nell’area interdetta “permanendovi nonostante ripetute diffide e inviti a uscirne a lui rivolte da appartenenti alle forze dell’ordine e addetti alla vigilanza del sito”.
“Io non pago e se necessario faccio tre mesi di carcere- aveva ribattuto però Feniello, aggiungendo- “invito il magistrato a fare i processi seri visto che è pagato da noi contribuenti italiani. Quelli che non hanno fatto niente per salvare 29 persone a Rigopiano stanno tutti ancora a piede libero e io devo pagare. Secondo voi io cosa ho da perdere?”. Di pochi minuti fa la lapidaria dichiarazione del vicepremier Salvini pronto ad essere in aula accanto a papà Feniello nel giorno del processo.