FARINDOLA – Sono ormai passati due anni dalla tragedia dell’hotel Rigopiano. Oggi è il giorno della commemorazione delle 29 vittime del disastro. I primi ad arrivare sono stati alcuni parenti delle vittime, giunti di buon’ora nei pressi delle rovine dell’hotel, dopo aver parcheggiato poco sopra le macerie. Tutto intorno le forze dell’ordine e il Soccorso Alpino, pronti a organizzare il traffico previsto delle auto e dei partecipanti alla cerimonia. Folla di telecamere già pronte per le dirette tv.
”Noi ci siamo”, così il vicepremier Luigi Di Maio, mentre stringe le mani dei parenti delle vittime dell’hotel di Rigopiano appena giunto sul luogo del disastro. Dopo essere arrivato a Rigopiano, Di Maio ha salutato alcuni parenti delle vittime davanti al totem dell’hotel, precisando che non avrebbe voluto rilasciare dichiarazioni alla stampa, ma ha continuato a parlare con i parenti. Il vicepremier ha assicurato ai familiari delle vittime la presenza del Governo e la volontà di seguire anche gli sviluppi della vicenda giudiziaria.
Incontrando il fratello di Gabriele D’Angelo, una delle vittime, Di Maio ha aggiunto: “Dobbiamo fare giustizia perché lo dobbiamo fare. È assurdo quello che è successo e quello che stiamo vedendo negli ultimi giorni. Noi siamo qui anche per far capire a quei signori da che parte stiamo. Da che parte sta lo Stato. È importante per me comunicarlo anche con la presenza dello Stato qui. Stiamo facendo alcuni interventi normativi in Parlamento su questa tragedia. Quello che non è stato fatto sarà fatto sia per la questione delle morti sul lavoro sia per quanto riguarda gli indennizzi e i risarcimenti. Ci siamo messi all’opera, abbiamo incontrato qualche settimana fa voi e ci lavoreremo una cosa alla volta e faremo tutto forza”.
Francesco D’Angelo, fratello di Gabriele morto nella tragedia, ha anche mostrato al vicepremier Di Maio una corona di fiori: “L’ho fatta per le 56 richieste di aiuto di mio fratello. Sopra c’è l’orario: le 11.30 quello della sua richiesta di aiuto che nessuno ha dichiarato sin dai primi interrogatori”. Il riferimento è all’inchiesta bis su Rigopiano per frode in processo penale e depistaggio.
“La tragedia di Rigopiano per la comunità di Penne rimarrà una ferita profonda. Una ferita che difficilmente sarà rimarginata”, ha dichiarato Mario Semproni, sindaco di Penne. “Da quel giorno, per tutti noi, la sciagura di Rigopiano rappresenta un evento che ha cambiato la storia del nostro territorio. In questo momento sono vicino, anche a nome dell’Amministrazione comunale, alle famiglie delle vittime e ai superstiti”.
Anche Matteo Salvini è giunto sul luogo della tragedia. Il vicepremier ha salutato i parenti delle vittime e ha fatto un giro intorno all’area dove una volta c’era il resort: ha anche ascoltato i racconti dei parenti, che hanno tenuto ciascuno a spiegare la loro storia. Salvini ha poi chiesto informazioni sulla situazione del luogo, intrattenendosi con alcuni parenti che esponevano la foto dei loro congiunti morti. Dopo la deposizione dei fiori da parte dei parenti, c’è stato un minuto di silenzio; poi i ministri hanno voluto vedere il percorso della valanga, portandosi lungo la strada che si trova alle spalle di quel che resta dell’hotel. Poi c’è stato un momento di preghiera, la deposizione di una corona e a seguire una processione, con 29 fiaccole accese, fino alla chiesa di San Nicola Vescovo a Farindola, per una messa solenne celebrata da Valentinetti.
La fiaccolata in ricordo delle vittime è partita dal bivio Mirri tra Rigopiano e Farindola ed è arrivata davanti alla chiesa del paese. Insieme ai parenti delle vittime hanno sfilato i vicepremier Salvini e Di Maio, accompagnati l’uno dal coordinatore regionale della Lega Bellachioma, l’altro dal consigliere regionale M5s Sara Marcozzi e dal sottosegretario Vacca. Il parroco Luca Di Domizio ha annunciato che celebrerà la Messa al posto del vescovo Valentinetti, come invece previsto.
Intanto il ministro dell’Interno Matteo Salvini, a margine della commemorazione davanti ai resti dell’Hotel Rigopiano, ha incontrato Alessio Feniello, padre del 28enne Stefano, una delle 29 vittime. Hanno parlato della condanna al pagamento di una multa da 4.550 euro inflitta a Feniello per aver violato, il 21 maggio dello scorso anno, i sigilli giudiziari apposti per delimitare l’area dove, il 18 gennaio del 2017, si verificò la valanga di Rigopiano.
“Il ministro mi ha detto di non pagare nulla. Io non pagherò sicuramente, al massimo mi faccio tre mesi”, ha riferito Alessio Feniello.
“Adesso il presidente della Repubblica manda una corona, ma cosa ci fa una mamma adesso? Dovevano mandare uno spazzaneve due anni fa”, ha gridato la madre di Stefano Feniello, vicino al totem del resort, mentre il padre della giovane vittima parlava con il ministro Matteo Salvini.
“Mi hanno permesso – aggiunge Matteo Salvini – di entrare nelle loro case, nei loro negozi, nei loro ricordi e questo è prezioso. Quello che mi hanno detto lo tengo per me. Mi hanno anche dato dei ricordi che porto a casa. La voglia di parlare delle mamme, dei papà, delle sorelle anche in questi momenti difficili – ha aggiunto il vicepremier – è la cosa che mi ha colpito di più di questa esperienza. Quando parli con le mamme e i papà, da papà…”, ha detto fermandosi per un momento. “Adoro la montagna – ha proseguito – Sono stato in tanti rifugi, alberghi e su piste da sci. L’Abruzzo e’ una terra incredibile. Non chiede niente, si rimbocca le maniche parte, corre e ricostruisce. Tornerò. Sono orgoglioso di aver partecipato a questo ricordo. Ora andiamo avanti, perché ci sono delle vedove, degli orfani, dei figli, dei padri, quindi al di là delle parole sprecate in due anni noi portiamo aiuti concreti, 10 milioni di euro che certo non riportano in vita nessuno, però danno una mano ad andare avanti. Poi contiamo che la giustizia sia veloce, efficiente e rapida e se qualcuno ha sbagliato paghi”.