PESCARA – Non ci sta il Procuratore aggiunto Tedeschini alle polemiche innescate dai legali del sindaco di Farindola Lacchetta e del tecnico comunale Colangeli. “A me non risulta di avere erroneamente, involontariamente, violato alcuna regola processuale” dice la Tedeschini nel difendere il lavoro della Procura di Pescara.
Cristina Tedeschini è titolare dell’indagine sul disastro dell’Hotel Rigopiano di Farindola. Lacchetta e Colangeli sono due dei sei indagati per omicidio e lesioni colpose e per rimozione od omissione dolosa di cautele contro gli infortuni sul lavoro. Gli avvocati Cristiana Valentini e Goffredo Tatozzi ieri, in un comunicato stampa, avevano accusato la Procura di Pescara di avere precedentemente ascoltato i due indagati come persone informate dei fatti “senza alcuna garanzia difensiva, nonostante la presenza negli uffici del difensore nominato, tenuto fuori dalla stanza dell’audizione ad onta della palese e reiterata proposizione di domande schiettamente accusatorie”.
“Se ci sono delle azioni o omissioni – ha aggiunto il Procuratore – che abbiano una rilevanza processuale, in relazione alle quali i difensori di alcuni degli indagati abbiano di che lamentarsi, dicano di che cosa si tratta, e normalmente, se fondate, queste obiezioni si traducono in nullità, inutilizzabilità, cioè siamo nel perimetro della dialettica processuale. Siamo in piena dialettica di indagine, loro fanno le loro eccezioni e noi faremo le nostre valutazioni”.