FARINDOLA – La solidarietà per il piccolo Samuel superstite ed orfano di Rigopiano bloccata dalla burocrazia. La vicenda e spiegata sulle colonne de “Il Fatto Quotidiano”. Un fondo da 140 mila euro destinato al bambino bloccato da mesi e per il quale c’è qualche donatore che vorrebbe in dietro i soldi.
Un fondo aperto e gestito dal Comune di Osimo dove vivevano e lavoravano i genitori di Samuel, Dino Di Michelangelo e Marina Serraiocco, entrambi di Chieti, morti sotto le macerie dell’Hotel, da quelle stesse macerie dove è uscito miracolosamente illeso il loro bambino di appena 8 anni. Una storia che ha commosso l’Italia e che ha fatto scattare la generosità tipica degli italiani, in poco tempo raccolti 140 mila euro necessari per garantire al piccolo Samuel un futuro se possibile più sereno. A distanza di due anni, però, quei soldi sono ancora lì in un conto bloccato intestato all’amministrazione comunale di Osimo e c’è chi, tra i tanti benefattori, sta pensando seriamente di chiedere in dietro la propria donazione.
“Il Fatto Quotidiano” riporta la testimonianza di una signora di Castelfidardo che si chiede come mai le sue 360 euro non sono ancora nelle disponibilità di Samuel e che a questo punto chiederà formalmente che gli vengano restituiti per poi donarli direttamente ai familiari. Potrebbe essere questo un escamotage visto che la vera ragione per cui il fondo è bloccato è che il giudice tutelare del Tribunale di Chieti non si è ancora espresso in via definitiva sull’affidamento del piccolo Samuel.
Al momento, dopo un primo collocamento presso i nonni materni, il tutore provvisorio è Alessandro Di Michelangelo, fratello di Dino, il quale da noi contattato si è limitato a dire che non è nelle sue intenzioni fomentare polemiche e che nutre la più totale fiducia nelle Istituzioni e nell’Autorità Giudiziaria oltre che nel buon senso e nella buona fede dei protagonisti di questa vicenda. L’ultima parola, dunque, spetta al giudice tutelare, sollecitato anche dal sindaco di Osimo, ma che per il momento non si è ancora pronunciato.