FARINDOLA – Si continua a scavare tra le neve e le macerie dell’hotel Rigopiano, spazzato via da una valanga il 18 gennaio. Finora i soccorritori hanno strappato alla massa di detriti che sommerge l’hotel 11 sopravvissuti e cinque corpi senza vita, mentre sono 23 i dispersi segnalati.
Ai due sopravvissuti recuperati all’alba di giovedì – il cuoco Giampiero Parente e il manutentore dell’hotel Fabio Salzetta – si aggiungono la moglie di Parete, Adriana Vranceanu, e il figlio Gianfilippo, salvati nella mattinata di ieri, e i tre bimbi recuperati nel pomeriggio: l’altra figlia di Parete, Ludovica, Edoardo Di Carlo e Samuel Di Michelangelo. Sono poi state estratte vive altre quattro persone, due uomini – Giampaolo Matrone (lievemente ferito) e Vincenzo Forti – e due donne, Francesca Bronzi e Giorgia Galassi.
“Abbiamo altri segnali da sotto la neve e le macerie – ha detto il funzionario dei vigili del fuoco Alberto Maiolo – stiamo verificando. Potrebbero essere persone vive, ma anche le strutture dell’albergo che si muovono sotto il peso della neve. Ieri sono state riconosciute altre tre vittime: si tratta di di Sebastiano Di Carlo, 49 anni, di Loreto Aprutino, della moglie Nadia Acconciamessa, papà e mamma di Edoardo, e di Barbara Nobilio, di 51 anni, anch’essa di Loreto Aprutino.
La tragedia ha per ora lasciato soli due bimbi, Edoardo Di Carlo che nella tragedia ha perso entrambi i genitori, mentre per Samuel Di Michelangelo non si hanno notizie del papà e della mamma, il poliziotto, Domenico, 41 anni, di Chieti, e Marina Serraiocco, che vivono a Osimo. Le altre due vittime della tragedia sono il maitre dell’hotel Alessandro Giancaterino e del cameriere Gabriele D’Angelo.
I soccorritori continuano la loro opera incessante di scavo a 1.200 metri d’altezza, stanno lavorando in condizioni estreme: la pioggia mista a neve ha reso ancora piu’ pesante l’ammasso che ha sommerso l’hotel ed il rischio valanghe e’ salito a 4 su una scala di cinque. E anche oggi sarà una lunga giornata con la speranza di trovare ancora qualcuno in vita sotto cumuli di neve e detriti.
Padre Feniello: “Mi hanno illuso “Nessuna” notizia, “ci dicono che dobbiamo aspettare. Avevamo guardato troppo avanti con la speranza ma eravamo stati indotti a farlo, dopo quello che ci avevano detto ieri sera (venerdì, ndr)”. la testimonianza di Alessio Feniello, padre di Stefano, uno dei dispersi sotto la slavina che ha travolto l’hotel Rigopiano, raccolta dal Corriere della Sera.
“Sono venuti il presidente della Regione, il questore e il prefetto di Pescara a dirci una cosa precisa. Il prefetto ci ha detto: tutto quello che vedete sui media e quello che sentite dire non conta niente, vale solo quello che vi dico io. E ci ha detto che i lavori, lì sulla valanga, andavano avanti, che avevano individuato cinque persone vive delle quali lui aveva i nomi. Fra quelle persone mio figlio era il secondo della lista. La sua fidanzata Francesca era al terzo posto”. Francesca è stata recuperata viva mentre del figlio non si sa ancora nulla. “Mi hanno dato la speranza e poi me l’hanno tolta. Io ho contato i minuti da ieri sera, ho guardato dentro ogni ambulanza che arrivava qui. Ho immaginato di abbracciare Stefano a ogni sportellone che si apriva. Prima che mi dicessero del suo nome in quella lista di sopravvissuti, io ero già morto al solo pensiero di sapere Stefano da qualche parte lassù. Mi hanno fatto rinascere e adesso è come se fossi morto di nuovo”. Poi “sono venuti a giustificarsi per l’errore, mi hanno spiegato, mi hanno detto che dobbiamo attendere e che in realtà non hanno nessuna notizia certa su Stefano”.