FARINDOLA – Le 29 vittime di Rigopiano non hanno sofferto. La valanga che si è abbattuta, distruggendolo, sull’albergo di Farindola le avrebbe uccise tutte sul colpo. O almeno quasi tutte. La conferma è filtrata da ambienti giudiziari. Chi non è morto subito non sarebbe sopravvissuto alla valanga per lungo tempo. I medici legali ora hanno 60 giorni di tempo per consegnare le autopsie, ma sarebbe già evidente che le morti sono giunte quasi tutte in un breve lasso di tempo.
Traumi, asfissia, schiacciamento, concause che quasi all’istante hanno prima tramortito facendo perdere conoscenza poi ucciso le vittime rapidamente. Delle 29 vittime fanno parte anche Gabriele D’Angelo e Alessandro Giancaterino, cameriere e maître dell’hotel, che secondo il medico legale di parte Domenico Angelucci di Chieti, sarebbero invece morti per assideramento come prima e principale causa.
Come hanno raccontato i soccorritori, i corpi sono stati trovati quasi tutti con danni evidenti, colpiti, trascinati dalla valanga e dai detriti in modo violento ‘con una forza inaudita’, hanno spiegato. Ciò comporta un lungo lavoro di autopsia e quindi non è escluso, si apprende a palazzo di giustizia, che i periti possano prolungare il loro lavoro oltre i tempi stabiliti. Le indagini intanto vanno avanti soprattutto sul fronte della ricostruzione del quadro normativo, delle responsabilità e della filiera di comando con l’ascolto di vari dirigenti pubblici.
Intanto il presidente della Giunta regionale abruzzese, Luciano D’Alfonso, ieri ha incontrato il presidente della Repubblica Sergio Mattarella insieme a una delegazione della Giunta. A Mattarella «ho rappresentato la concatenazione e l’eccezionalità epocale degli eventi che hanno colpito l’Abruzzo nel mese di gennaio: il maltempo e i suoi deleteri effetti collaterali sulla rete elettrica e sulla viabilità, il terremoto e il timore per le possibili conseguenze sulle grandi dighe, le tragedie di Rigopiano e di Campo Felice. Gli ho anche parlato delle ripercussioni che tali calamità hanno avuto non solo sulla popolazione ma anche sulle attività produttive».
La nevicata, ha detto il ministro delle Infrastrutture Delrio, «è stata di un’intensita’ eccezionale, in particolare tra il 16 e il 19 gennaio. La stazione nivometrica di Campotosto la sera del 15 gennaio registrava 30 centimetri di neve, la sera del 18 ne registrava 239, quindi oltre due metri di neve si erano accumulati in quel lasso di tempo. Nell’area di Farindola, il Comune in cui era situato l’hotel Rigopiano, oltre due metri di neve si sono accumulati in settantadue ore. Queste precipitazioni eccezionali hanno provocato conseguenze molto gravi sul sistema della viabilità e sulla rete elettrica».