FARINDOLA – Sale a 24 il numero delle vittime e scende a 5 il numero dei dispersi, 11 i sopravvissuti. I Vigili del fuoco nelle ultime ore hanno recuperato all’interno della struttura dell’Hotel Rigopiano sei corpi senza vita, non ancora identificati. In tutto c’erano 40 persone nell’hotel quando la valanga, nel pomeriggio di mercoledì, ha investito la struttura: 28 ospiti, di cui 4 bambini e 12 dipendenti, compreso il titolare Roberto Del Rosso e il rifugiato senegalese Faye Dane.
Nessuno dice ufficialmente che non c’è più alcuna possibilità di trovare vivo chi ancora manca all’appello; ma gli sguardi e le parole a mezza bocca di tutti coloro che scendono dalla montagna valgono molto di più. I vigili del fuoco, nella tarda serata di lunedì, sono riusciti a bucare il muro che separava la parte già controllata dell’hotel dalle cucine e dalla zona bar.
Speravano che dietro a quel muro di cemento armato spesso 80 cm la furia della valanga avesse risparmiato almeno qualcosa. Una stanza, un angolo dove le persone rimaste intrappolate avessero potuto trovare riparo. In fondo è quel che è successo per i bimbi nella sala biliardo e per i sopravvissuti nella hall, vicino al camino. Ma non è andata così: «Dietro quel muro – spiegano – c’è un ammasso di neve ghiacciata e compatta, tronchi d’albero, fango, detriti della frana e pezzi di cemento. Tutto frullato insieme. Mai vista una cosa simile. L’unica cosa che ci possiamo augurare, a questo punto, è che siano tutti lì e che li troviamo prima possibile».
«Si va avanti, dobbiamo terminare il lavoro – dice il capo della Protezione Civile Fabrizio Curcio -. È un lavoro complicato e lo sapevamo fin dall’inizio, ma andiamo avanti». Parole ribadite da Luigi D’Angelo, il funzionario del Dipartimento della Protezione Civile al centro di coordinamento dei soccorsi a Penne. «Non ci fermeremo fino a quando non avremo la certezza che non ci sia più nessuno» sotto le macerie o sotto la neve. «Stiamo scavando nel cuore della struttura e dobbiamo continuare a cercare fino alla fine».