FARINDOLA – Sono passati due giorni dalla valanga che ha travolto l’hotel Rigopiano di Farindola. Finora sono dieci i sopravvissuti. Gli uomini del soccorso li hanno individuati nella zona delle cucine sotto un solaio. In serata i vigili del fuoco hanno estratto vivi tre bambini, che si aggiungono alla moglie e al figlio di Giampiero Parete, il primo superstite della slavina. Tra i bambini estratti c’è Edoardo di Carlo di dieci anni e l’altra figlia di Parete, Ludovica di sei. La madre della bambina, Adriana, aveva detto ai soccorritori: “Andate da mia figlia è nella stanza accanto”.
La donna e il piccolo Gianfilippo sono stati portati all’ospedale di Pescara, dove hanno potuto riabbracciare Giampiero. “Non ci credevamo più, non ci speravamo più”, ha detto la signora Adriana ai soccorritori. La prima richiesta che ha fatto la piccola è stata: “Voglio i miei biscotti”.
Tra i superstiti dovrebbero esserci i genitori di Edoardo, Sebastiano e Nadia, di Loreto Aprutino. L’ultimo bimbo estratto vivo è Samuel, 7 anni, figlio di Domenico Di Michelangelo, 41 anni, di Chieti, poliziotto in servizio a Osimo e di Marina Serraiocco, 37 anni, di Popoli. I tre bimbi sono stati trasportati all’ospedale di Pescara a bordo di un elicottero partito da Penne e sono in discrete condizioni.
“Appena ci hanno visto erano felicissimi e non sono riuscite a parlare. Dagli occhi si capiva che erano sconvolti positivamente per averci visto”, ha raccontato il vice brigadiere del soccorso alpino della Guardia di finanza Marco Bini. Secondo i medici l’abbigliamento pesante e l’essere in ambienti chiusi sono condizioni che hanno permesso ai sopravvissuti di non raffreddarsi troppo e di resistere per due giorni. Durante la conferenza stampa dei sanitari i familiari dei dispersi, evidentemente sconvolti da questa tragedia, hanno contestato urlando: “Siamo rimasti 50 ore senza informazioni, vergogna!”.
I soccorritori sono in contatto con le persone ancora sotto le macerie. “Con le persone ancora da recuperare – spiega Luca Cari, responsabile della comunicazione in emergenza dei vigili del fuoco – siamo in contatto vocale. Sono all’interno di un vano, non facile da raggiungere”. Il gruppo si trova nella zona ricreativa dell’albergo, dove c’erano il bar e la sala biliardo. I vigili del fuoco stanno utilizzando delle sofisticate strumentazioni in grado di localizzare i cellulari dei dispersi con un elevato livello di precisione.
Il primo contatto con il gruppo c’è stato poco dopo le 11, grazie ai cani che li hanno individuati. Dall’esterno, infatti, non si sentivano voci: la struttura li ha protetti ma non permette di comunicare con l’esterno, anche a causa della neve che assorbe i suoni. “E’ stato bellissimo, non credevano ai loro occhi e ci abbracciavano”, ha raccontato il soccorritore che però avverte: “Più di tanto non si può andare avanti perché c’è il rischio che parti della struttura possano crollare”. E con l’aumento delle temperature “aumenta il rischio di nuove slavine, un rischio particolarmente elevato nell’area – ha spiegato Bini – dietro l’albergo che rimane molto pericolosa”.
Ad aiutare i soccorritori nelle ricerche c’è un manutentore dell’albergo, Fabio Salzetta, anche lui sopravvissuto, che sta indirizzando i vigili del fuoco nelle aree dell’hotel dove si trovavano i clienti prima della slavina, per accelerare le operazioni di soccorso. “Questo recupero di superstiti ci regala ulteriori speranze”, ha detto Titti Postiglione, responsabile emergenze della Protezione civile durante il punto stampa a Rieti. “Saremo tranquilli quando questi saranno tutti adeguatamente assistiti come le prime persone già soccorse”, ha spiegato Postiglione. “Poi capiremo se si tratta di un episodio isolato o di una serie di episodi, e questo guiderà le operazioni di soccorso. Speranze le abbiamo sempre avute, anche se in questo tipo di operazioni si affievoliscono via via che passa il tempo”.