VASTO – La probabilità che il corpo ritrovato sia Eleonora Gizzi è sempre più elevata. Sarà l’esito dell’analisi del Dna a dare la conferma, ma da tutti i fronti sembrano essere convinti che il cadavere in avanzato stato di decomposizione rinvenuto nella tarda mattinata di ieri sotto il ponte Prascovia al chilometro 445 dell’A14, a Vasto, appartenga alla giovane maestra scomparsa da casa lo scorso marzo.
Ad indirizzare, principalmente gli inquirenti, verso la triste ipotesi, alcuni effetti personali rinvenuti vicino al cadavere ridotto ormai a scheletro. Innanzitutto un paio di stivaletti coloro turchese con delle rifiniture in cuoio, corrispondenti a quelli che Eleonora indossava il giorno della scomparsa, un giubbetto ed un paio di fuseaux neri. Basterebbero questi elementi a sciogliere ogni riserva e lo stesso padre della ragazza, sopraggiunto ieri sul posto, sembra non avere dubbi, così come i suoi amici.
Preferiscono, invece, attendere conferme sotto il profilo scientifico gli inquirenti ed il Sostituto Procuratore Giuseppe Bellelli, magistrato della Procura di Pescara ma in questi giorni applicato alla Procura di Vasto per l’assenza dei magistrati in ferie. Ad effettuare l’autopsia il medico legale Cristian D’Ovidio che da una prima ricognizione cadaverica, però, ha già dichiarato che é quasi impossibile risalire alla causa della morte, viste le condizioni dei resti.
Il corpo è stato ritrovato in posizione fetale avvolto dai cartoni, come se cercasse calore. Intanto sembra che già da aprile i tecnici della Società Autostrade avessero segnalato alle autorità la presenza di una donna in quella zona, ma pare che nessuno abbia mai controllato – si lamentano gli amici di Eleonora – rintracciarla avrebbe in qualche modo fornito l’occasione per convincerla a tornare a casa malgrado il suo profondo stato di depressione.