SULMONA – Sono passati ormai due anni dal tragico incidente che causò la morte dei due giovanissimi atleti del Sulmona rugby. Il fatto è accaduto sulla piana delle Cinquemiglia. Il Ducato con a bordo la squadra giovanile del Sulmona Rugby uscì di strada al chilometro 129, lungo la statale 17.
Nel sinistro persero la vita Salvatore Di Padova, detto Sasà, di 14 anni, e Marco Liberatore, 20 anni, alla guida del mezzo, mentre altri sei rimasero gravemente feriti. Ora per quella vicenda c’è un presunto responsabile: secondo i magistrati la dirigente Anas viabilità per l’Abruzzo, Simona Cicconi, avrebbe omesso la predisposizione di sistemi di sicurezza adeguati che avrebbero potuto impedire l’uscita di strada del veicolo, per questo è accusata di omicidio colposo plurimo. In sostanza, se la strada fosse stata dotata dal guardrail l’incidente avrebbe potuto avere conseguenze meno tragiche. La prima udienza del processo si terrà il 14 febbraio 2017, non tutte le famiglie dei ragazzi coinvolti si sono costituite parte civile.
“Abbiamo deciso di avviare questo procedimento giudiziario non per ricevere un ristoro economico – afferma il legale dei familiari di Marco Liberatore, Alessandro Margiotta – ma solo per fare in modo che queste tragedie non avvengano mai più, quella strada è troppo pericolosa e nel corso degli anni tante persone hanno perso la vita andandosi a schiantare contro gli alberi che costeggiano il piano delle Cinquemiglia”.