ROMA – Berlusconi e Salvini si potrebbero vedere già oggi. Il capo leghista sarà infatti ad Arcore alla festa della Lega. In ogni caso è sicuro che si incontreranno in settimana per spezzare il gelo calato da tempo. È stato Matteo, domenica scorsa, a fare il primo passo, a chiamare Silvio. Una telefonata non di semplice cortesia per sapere come sta il Cavaliere.
Non si sentivano da prima dell’operazione al cuore e quella volta, con alle spalle una campagna elettorale per le amministrative burrascosa per il corto circuito di Roma, la discussione era stata molto tesa. Accuse reciproche, incomprensioni e tante ferite da curare dopo la sconfitta a Roma e a Milano, nonostante i ballottaggi agguantato da Stefano Parisi.
Da allora il black out, anche perché l’operazione a cuore aperto aveva isolato l’ex premier in convalescenza. E (questa la giustificazione) Salvini non voleva disturbare. La verità è che intanto la tensione tra Fi e Lega si era acuita, fino a diventare scontro aperto con l’incarico dato da Berlusconi a Parisi. Il sospetto di Matteo è che l’ex candidato a sindaco di Milano sia stato messo in pista da Silvio per realizzare operazioni centriste, per riportare nel centrodestra Alfano, Verdini e tutti quei pezzi ex Fi che erano andati via e rimasti nell’orbita renziana. «Parleremo di programmi concreti – spiega Salvini – e gli dirò di non ascoltare chi gli dice di raccattare chi lo ha mollato una volta».
Peggiore l’altro sospetto di Salvini: che, dopo l’eventuale vittoria del No al referendum, Berlusconi si acconci a sostenere un governo di unità nazionale. Ecco allora le bordate leghiste contro Parisi e «le marmellate indigeste con gli Alfano, Verdini e Passera».
Una corda tesissima che rischia di rompersi veramente, con un centrodestra in ordine sparso alle prossime elezioni politiche, aprendo un’autostrada ai 5 Stelle. Cosa che entrambi vogliono impedire. Si rendono conto che si rischia il suicidio politico. Così domenica Salvini ha chiamato il Cavaliere per sapere come stava e per chiedere un appuntamento. «Va bene, Matteo, vienimi a trovare: abbiamo tante cose da discutere», ha detto il leader azzurro con toni cordiali.
Una prova di dialogo importante per tutto il centrodestra visto che dopo l’estate si entra nel cono della campagna elettorale per il referendum. Con il rischio che la situazione precipiti verso elezioni anticipate nel 2017 oppure verso la necessità di fare presto una legge elettorale che sostituisca l’Italicum, se dovesse vincere il No.
Salvini vuole parlare e cercare un’intesa direttamente con Berlusconi. È lui il suo unico interlocutore. Non altri, né Parisi né Giovanni Toti considerato l’esponente azzurro più vicino al leader leghista. Un’intesa di programma sull’Europa: del resto, spiegano sia nel Carroccio sia in Fi, Berlusconi da premier ha messo in discussione l’Europa a trazione tedesca. Anche il Cavaliere è favorevole alla flat tax e a diversi punti del programma che in questa estate Matteo sta mettendo a punto. Ma Salvini su un punto non transige: «niente traditori tipo Alfano e Verdini tra i piedi, dobbiamo essere coerenti come coalizione e nel programma, altrimenti i nostri elettori non ci votano».