L’AQUILA – Lo sciopero nel nosocomio aquilano non è passato certo inosservato. Questa mattina si sono verificate lunghe file per le prenotazioni di visite e esami: solo tre i dipendenti che garantiscono il servizio agli sportelli, uno solo a Paganica, e disservizi anche al centralino. Le tensioni tra lavoratori e la Gpi hanno inasprito anche il manager Giancarlo Silveri, che ha annunciato l’intenzione di richiamare l’azienda alla puntuale erogazione del servizio. La vertenza tra Gpi e i sindacati è imperniata soprattutto sulle trasferte non retribuite dei lavoratori aquilani che ogni settimana prendono servizio a rotazione tra le sedi dell’Aquila, Pescina, Avezzano, Monte Velino e Sulmona.
“I lavoratori sono costretti a spendere anche 500 euro al mese su uno stipendio di 900″ spiegano i sindacati”, che richiedono di far tornare i dipendenti aquilani alla postazione fissa del capoluogo, come avveniva prima di giugno.
Sono giornate agitate per l’Ospedale San Salvatore dell’Aquila. Negli ultimi giorni anche al centro di una ispezione dei Carabinieri del NAS, che hanno indagato, assieme ad altre due persone, proprio il direttore generale Silveri, in un ampio dossier il cui contenuto è ancora inaccessibile.
“E’ dal mese di giugno che stiamo lottando contro le scelte sempre piu’ discutibili dell’azienda Gpi che gestisce il Cup dell’Ospedale di L’Aquila: prima le assunzioni con i contratti a termine che, grazie alle nostre proteste, siamo riusciti a bloccare, poi con i trasferimenti che hanno dimezzato gli stipendi dei lavoratori”. A spiegare le ragioni dello sciopero è Giuliana Vespa, segretario dell’Ugl L’Aquila, che annuncia anche “l’adesione totale dei dipendenti alla protesta”.
“I trasferimenti – dice – sono iniziati dal mese di giugno presso sedi come Sulmona, Avezzano, Monte Velino, Pescina con distanze di circa 180 chilometri tra andata e ritorno. Certamente sono consentiti dalla legge, ma tutte le spese ovvero benzina, mezzi di trasporto, pasti, sono interamente a carico dei lavoratori, i quali si sono ritrovati con uno stipendio completamente dimezzato”. “Come se cio’ non bastasse – aggiunge Vespa – venerdi’ scorso l’azienda ha chiesto a tutti i dipendenti di ridursi volontariamente l’orario, qualora avessero scelto di non presentarsi al lavoro oggi. In caso contrario, si rischiano scelte unilaterali dell’azienda che, senza mai nominarlo, di fatto non riconosce il diritto di sciopero”.
“Di fronte a tante vergognose provocazioni – conclude Vespa – noi non arretriamo di un passo, continuiamo a chiedere all’azienda e a questo punto anche all’Asl, che non puo’ lavarsene le mani, di intervenire per compensare il costo dei trasferimenti. Se in settimana non avremo risposte congrue proclameremo altre 48 ore di sciopero”.