CANISTRO – “La misura degli arresti domiciliari per Camillo Colella, amministratore unico della societa’ Santa Croce, per una presunta evasione fiscale da 13 milioni di euro relativa ad Iva e imposte sui redditi, conferma, al di la’ della vicenda giudiziarie, nel merito della quale la Fai – Cisl non intende entrare, tutte le perplessita’ che il nostro sindacato ha espresso, a piu’ riprese, in merito alla concessione trentennale che la Regione ha affidato all’azienda per l’imbottigliamento dell’acqua di Canistro”. E’ quanto affermano Franco Pescara e Feliciantonio Maurizi, segretari regionali Fai-Cisl Abruzzo.
“Dubbi manifestati anche di recente”, affermano i sindacalisti, “riferiti all’intera vertenza, in particolare all’affidamento della concessione, seppure vincolata alla successiva presentazione del Durc e del relativo piano industriale, che deve necessariamente prevedere la salvaguardia degli occupati. E’ chiaro che questa situazione va a complicare ancora di piu’ il nebuloso quadro sul futuro dell’azienda e, soprattutto, dei 75 lavoratori. Alla luce di quanto accaduto”, incalzano Pescara e Maurizi, “chiederemo immediatamente un incontro con la Regione per chiarire i risvolti occupazionali della vertenza e la posizione che la Regione stessa intende assumere rispetto alla Santa Croce”.
Lo stabilimento Santa Croce di Canistro e’ stato rilevato alla fine del 2007 dalla holding guidata da Colella. A quei tempi occupava 120 lavoratori e produceva oltre 300 milioni di acqua imbottigliata l’anno. “Da quel momento”, evidenziano Pescara e Maurizi, “c’e’ stato un susseguirsi di cassa integrazione ordinaria e straordinaria, mobilita’ e contratti di solidarieta’, di pari passo con la diminuzione della produzione che e’ scesa a circa 100 milioni di pezzi l’anno. Attualmente nello stabilimento lavorano, a rotazione, una ventina di unita’ per circa 24 -32 ore settimanali. La Fai-Cisl”, concludono i sindacalisti, “ha sempre mostrato perplessita’ rispetto alla reticenza dell’azienda a presentare un piano industriale che prevedesse investimenti concreti su Canistro. E’ un vero peccato che un grande marchio di qualita’, come la Santa Croce, venga offuscato da una vicenda che rischia di comprometterne la diffusione sul mercato”.