LANCIANO – “Risulta preoccupante il mancato dissequestro dei depuratori, da parte della Procura di Lanciano che, allo scadere del termine dei trenta giorni, non ha ritenuto di poter accogliere una situazione ‘normalizzata’, ai sensi della normativa vigente sulla qualita’ delle acque di depurazione”. Tornano all’attacco le otto associazioni di Lanciano – Italia Nostra, Associazione culturale Giako, Fai delegazione di Lanciano, Ilaria Rambaldi Onlus, Associazione culturale Sant’Egidio, Pro Loco Lanciano, Cittadini in Azione e “Tradizionando ieri oggi e domani” – che nei giorni scorsi hanno annunciato una class action contro la Sasi, societa’ che gestisce il servizio idrico integrato in 92 comuni della provincia di Chieti.
Al centro dell’attenzione sempre la vicenda legata all’inchiesta sui depuratori malfunzionanti o non funzionanti sequestrati dalla magistratura lo scorso 28 aprile. Le associazioni ribattono ad una nota di qualche giorno fa in cui la Sasi minacciava, in genere, querele per il discredito subito in questa circostanza.
“Le associazioni riunite – e’ la risposta alla societa’ dell’acqua contenuta in una nota congiunta – hanno semplicemente preso atto della dettagliata relazione tecnica facente parte del comunicato stampa del 28.04.2015 divulgato dalla Procura della Repubblica di Lanciano, che ha sequestrato i depuratori. Se la Sasi ritiene che, nel suddetto documento della Procura di Lanciano, esistano motivi di discredito dell’operato della Societa’, sapra’ anche chi querelare, avendo l’autore del sequestro fatto proprio la preoccupante relazione tecnica sull’attuale situazione dei 12 depuratori della Sasi, da cui le associazioni hanno preso contezza dei gravissimi fatti riportati. Fatti – si legge nella nota – che qualcuno pretende di far scomparire, addossando scorrettamente agli ignari utenti servizi gestiti in difformita’ di legge”.
“Le associazioni, invece, sono a favore della ricomparsa dei fatti, sono a favore dei depuratori che funzionano per avere un ambiente pulito, un mare non inquinato, una migliore e maggiore qualita’ della vita, che sono le prerogative per attrarre turisti e per implementare l’economia della nostra regione. Non possiamo piu’ accettare scempi nei confronti della natura che si ripercuotono immancabilmente sulla nostra vita quotidiana, ancor piu’ quando siamo disponibili a pagare il giusto prezzo per i servizi che funzionano, ma non siamo piu’ tolleranti nei confronti delle inefficienze ed inadeguatezze e soprattutto, della mancanza di trasparenza sulle condizioni dei costosi servizi di cui l’utente ha il sacrosanto diritto di sapere. Le associazioni sostengono da tempo che gli enti strumentali devono fornire, sempre piu’, servizi migliori all’utente ai prezzi piu’ bassi possibili e non prezzi piu’ alti per servizi inefficienti”, si legge infine nella nota.