ROMA – “Io vorrei, prima di iniziare la catechesi, in nome della Chiesa, chiedervi perdono per gli scandali che in questi ultimi tempi sono accaduti sia a Roma che in Vaticano, vi chiedo perdono”. Papa Francesco ha iniziato così un’udienza generale in piazza San Pietro che, a partire dalla pagina evangelica sulla condanna di Gesù nei confronti di chi dà scandalo, ha incentrato sul tema delle promesse ai bambini.
“La parola di Gesù è forte oggi: guai al mondo per gli scandali. Gesù è realista e dice: è inevitabile che vengano scandali, ma guai all’uomo a causa del quale viene lo scandalo! Io vorrei, prima di iniziare la catechesi, in nome della Chiesa, chiedervi perdono per gli scandali che in questi ultimi tempi sono caduti sia a Roma che in Vaticano, vi chiedo perdono”, ha detto Francesco senza esplicitare il riferimento a casi concreti emersi ad esempio nei giorni scorsi in una comunità religiosa capitolina.
«Oggi – ha proseguito il Papa – rifletteremo su un argomento molto importante: le promesse che facciamo ai bambini. Non parlo tanto delle promesse che facciamo qua e là, durante la giornata, per farli contenti o per farli stare buoni, magari con qualche innocente trucchetto, “ti do una caramella e promesse così”, per invogliarli ad impegnarsi nella scuola o per dissuaderli da qualche capriccio. Parlo di altre promesse, delle promesse più importanti, decisive per le loro attese nei confronti della vita, per la loro fiducia nei confronti degli esseri umani, per la loro capacità di concepire il nome di Dio come una benedizione. Noi adulti siamo pronti a parlare dei bambini come di una promessa della vita. E siamo anche facili a commuoverci, dicendo ai giovani che sono il nostro futuro. E’ vero. Ma mi domando, a volte, se siamo altrettanto seri con il loro futuro, con il futuro dei bambini e il futuro dei giovani. Una domanda che dovremmo farci più spesso è questa: quanto siamo leali con le promesse che facciamo ai bambini, facendoli venire nel nostro mondo? Noi li facciamo venire al mondo, e questa è una promessa: cosa promettiamo loro? Accoglienza e cura, vicinanza e attenzione, fiducia e speranza, sono altrettante promesse di base, che si possono riassumere in una sola: amore. Noi promettiamo amore, cioè l’amore che si esprime nell’accoglienza, nella cura, nella vicinanza, nell’attenzione, nella fiducia. Questo è il modo più giusto di accogliere un essere umano che viene al mondo, e tutti noi lo impariamo, ancora prima di esserne coscienti. A me piace tanto quando vedo i papà e le mamme quando passo fra voi portarmi un bambino o una bambina: “Ma quanto tempo ha?”, “tre settimane, quattro settimane, che il Signore lo benedica!”».