
ROMA – Travolta dallo scandalo dei fondi Pdl, Renata Polverini lascia prima di essere sfiduciata: “Comunico ciò che ho detto ieri a Napolitano e poi a Monti: le mie dimissioni irrevocabili da presidente della Regione Lazio”.
Sono le 8 di sera quando la governatrice si presenta in conferenza stampa. Difende l’azione della Giunta: «Con il blocco della mia azione riformatrice ci saranno gravi ripercussioni sul Paese: abbiamo fatto 5 miliardi di tagli perchè lo volevamo e perchè abbiamo avuto come effetto il dimezzamento del disavanzo sanitario portandolo a 700 milioni». E attacca il Consiglio regionale «indegno».
Non mi hanno lasciato lavorare, è la linea della presidente dimissionaria: «La Regione Lazio di Renata Polverini ha lo stesso rating del governo Monti, ce lo hanno comunicato venerdì durante il consiglio sui tagli». Polverini è furiosa: «Ho interrotto il cammino di un consiglio non più degno di rappresentare il Lazio: questi signori li mando a casa io». «Arriviamo qui puliti: mai avrei immaginato che con quelle ingenti risorse tutti, nessuno escluso, facessero spese sconsiderate ed esose», ha detto.
Vado via a testa alta – dice in conferenza stampa – non so se altri potranno a fare lo stesso. Me ne vado avendo azzerato i fondi dei gruppi regionali. Voglio vedere se chiunque verrà farà lo stesso». La governatrice è furente con i consiglieri regionali. «Io continuerò a fare politica, con questi non ho nulla a che fare». «Stessero sereni questi signori perchè domani potranno fare politica se si ricordano come si fa». Polverini lancia anche un duro avvertimento: «Da domani ciò che ho visto lo dirò. Le ostriche viaggiavano comodamente già nella giunta di me, quindi io non ci sto, non ci sto alle similitudini e nessuno si permetta di dire una parola su me e i miei collaboratori». Polverini parla di «personaggi da operetta che non era accettabile mantenere in un luogo prestigioso come il consiglio regionale, hanno fatto cose raccapriccianti».
La decisione di dimettersi è maturata dopo gli sviluppi che rendono concreto il raggiungimento dei 36 consiglieri dimissionari, con l’Udc che ha annunciato alla Presidente della Regione l’intenzione di ritirare la fiducia dei suoi consiglieri, quello di Fli si è dimesso e quello dell’Api ha dato la sua disponibilità. Casini e Cesa avevano convocato per domani l’ufficio politico del partito al quale parteciperanno i sei consiglieri regionali del Lazio dell’Udc per convincerli convincerli a dimettersi, seguendo l’esempio dei loro collegi dell’opposizione. Non ce n’è stato bisogno. La governatrice lascia e il consiglio decade. «Io credo che dopo il marcio che è emerso, dopo la cupola che ha fatto venire fuori uno schifo, la cosa migliore, ma è la mia opinione e potrò andare in maggioranza o minoranza è che bisogna restituire parola ai cittadini», ha commentato il leader dell’Udc al Tg3.
La governatrice del Lazio aveva incontrato oggi il segretario politico del Pdl, Angelino Alfano. Presenti al confronto, durato circa quaranta minuti, anche Gianni Letta, Fabrizio Cicchitto e Maurizio Lupi. Letta ha lasciato la riunione dopo una ventina di minuti. Dentro, Alfano avrebbe cercato di convincere la governatrice ad andare avanti, portando a casa quanto meno il taglio dei fondi deciso in Consiglio regionale. Polverini però è andata avanti per la sua strada. Resta da capire il ruolo di Silvio Berlusconi: probabile che la sua moral suasion su Polverini non abbia sortito i risultati sperati.