L’AQUILA – Dopo lo scandalo delle presunte tangenti legate alla ricostruzione post-terremoto, adesso l’opposizione in Consiglio comunale va all’attacco. “Chiediamo al sindaco un gesto doveroso, invitandolo a rassegnare le proprie dimissioni e a sfruttare la prossima finestra elettorale di maggio per un vero e proprio election day in modo che, senza aggravio di costi, i cittadini possano nuovamente esprimersi e valutare se si riconoscono ancora in questo modo di amministrare o se, invece, hanno voglia di cambiamento”. La richiesta, all’indomani degli arresti, e’ contenuta in una nota firmata dai consiglieri Raffaele Daniele (Udc), Emanuele Imprudente (L’Aquila Citta’ Aperta) e Daniele Ferella (Tutti per L’Aquila).
Perche’ la citta’ non si ricostruisce? La risposta dicono i consiglieri “e’ che la citta’ non si ricostruisce perche’ combatte ogni giorno contro un vento sfavorevole, un vento ben peggiore di quel terremoto che e’ durato ventitre’ secondi e poi si e’ fermato. Un vento sfavorevole di corruzione e ambiguita’ che ci accompagna da piu’ di quattro anni. Dagli accordi pre-elettorali, in cui si promettevano poltrone in cambio di voti, agli scandali e agli arretsi di ieri. Con cadenza martellante sono emerse sempre piu’ ombre sul ‘modus operandi’ di questa amministrazione. Senza entrare nel merito delle ultime vicende – si legge nella nota – non possiamo nascondere l’amarezza di vedere, nei Tg nazionali, l’immagine di una citta’ sporcata, di una sporcizia che e’ piu’ solida delle amcerie. Perfino in una citta’ anestetizzata come L’Aquila inizia a montare un diffuso senso di indignazione che difficilmente si stemperera’ nei prossimi giorni. Non possiamo continuare cosi’ – concludono i consiglieri – anche perche’ si ha la sensazione che tutto questo sia solo l’inizio”.
Ma nel pomeriggio arriva pronta la replica del sindaco, che risponde ad una presunta voce di dimissioni, ma stavolta legate ai ritardi della ricostruzione e non ai fatti di ieri: “Resto anche se sono disperato – ha dichiarato ai microfoni di Radio Citta’ Futura – perche’ sono finiti i soldi della ricostruzione e il governo e Trigilia non mi danno risposte”. “Piu’ volte penso di mollare – ha aggiunto Cialente – la tentazione e’ enorme ma di fatto sarebbe una fuga dalle attuali difficolta’. E’ chiaro che in questo momento c’e’ uno scontro politico perche’ non ci sono soldi, non c’e’ un progetto di come finanziare la ricostruzione, c’e’ lo scontro con l’Europa per questa vergogna che anche in caso di calamita’ naturale gli Stati membri non possono sfondare il 3%”. Il sindaco ha quindi ricordato che “il governo doveva fare dall’anno scorso dei decreti attuativi della legge Barca, decreti che non sono stati mai fatti”. Infine, nel merito dell’inchiesta ha detto: “se le accuse si dovessero rivelare vere anche all’1% e’ la qualita’ di quello che e’ successo che e’ di una gravita’ estrema e che getta una luce terribile”.