ROMA – “La partita non è mai stata in dubbio. E mai c’è stata trattativa con gli ultrà”. Ma ora ci sarà un nuovo giro di vite contro il calcio violento. Dopo gli scontri e gli spari, prima della finale di Coppa Italia, quando le immagini dei funzionari di polizia a colloquio nell’Olimpico col capo della tifoseria azzurra, Genny a’ carogna, hanno fatto il giro del mondo, la Questura di Roma ricostruisce i fatti di sabato. E assicura: “non c’è stata alcuna negoziazione con la curva”.
Hamsik e i responsabili dell’ordine pubblico erano a colloquio col referente della tifoseria azzurra, spiegano, per informarli delle condizioni del tifoso. “Così aveva chiesto la società” – riferisce il questore capitolo Mazza, anche perché sugli spalti si erano diffuse voci infondondate della morte del trentenne raggiunto dagli spari. Spari partiti, secondo l’accusa, dalla pistola di un ultrà romanista, arrestato, Daniele De Santis, con un passato vicino alla destra e un curriculum già scandito da altre vicende giudiziarie, come i ricatti all’ex presidente giallorosso Sensi. Per questo, per calmare la curva il fischio d’inizio sarebbe stato ritardato, per questo quelle comunicazioni col capo ultrà.
E forse anche per questo, quella nota fuoriviante della Questura che aveva parlato di sparatoria per motivi occasionali, non legata a scontri tra tifosi. Per paura, insomma, di quello che sarebbe potuto succedere. E ora il ministro dell’Interno, Angelino Alfano, annuncia nuove restrizioni per i tifosi violenti, “anche il Daspo a vita”, dice, ma “una trattativa con gli ultrà non sta né in cielo, nè in terra”, nega su twitter. Di sicuro, quelle immagini di uomini di Stato a colloquio con un ultra- figlio di un uomo considerato vicino alla camorra e con la maglietta che inneggiava alla liberazione di Speziale, l’assassino dell’ispettore Filippo Raciti, hanno “umiliato” la vedova.
“Lo Stato ha mostrato la sua impotenza”, si sfoga Marisa Grasso, a cui poi hanno chiamato il premier Matteo Renzi, il presidente del Senato, il titolare del Viminale e il capo della Polizia. E la vicenda dell’Olimpico diventa motivo di polemica da parte dei sindacati di polizia, mentre il leader 5Stelle Beppe Grillo attacca: “è la fine della Repubblica”. “Il calcio è vittima”, si arrabbia il numero uno della Figc Giancarlo Abete.