L’AQUILA – Tra i molti dinieghi alle proposte di modifica della legge sul terremoto, discussa alle commissioni congiunte Finanze e Attività produttive della Camera dei deputati e che porta la firma del ministro per la Coesione territoriale Fabrizio Barca, è stata accettata la deroga sul patto di stabilità per gli enti che ricevono contributi per la ricostruzione, agli otto uffici delle aree omogenee del “cratere” e al ripristino dell’articolo che prevede un canale preferenziale nelle assunzioni pubbliche per gli orfani del sisma. E’ stata bocciata, invece, l’estensione dei benefici per le seconde case che non siano localizzate nel centro storico del comune dell’Aquila.
Rimangono fuori, quindi, le abitazioni delle frazioni e dei paesi. Inoltre, il provvedimento prevede che, nel caso in cui si voglia beneficiare dei contributi per la riparazione, la progettazione, l’appalto e l’affidamento dei lavori deve essere obbligatoriamente delegato al Comune dell’Aquila. Ferma la possibilità per i fabbricati ricompresi in aggregato, benché formato esclusivamente da seconde case, di avere l’indennizzo al 100 per cento per le parti private. Tra i “no” del governo anche quelli relativi all’estensione del “de minimis” alle imprese con sede nel “cratere”, così come alla possibilità di destinare a iniziative in campo sociale l’1% dei ribassi sui lavori privati.
Si è deciso poi, che i dipendenti delle amministrazioni, enti e uffici pubblici, che a qualsiasi titolo intervengano sui procedimenti inerenti alla ricostruzione non possono svolgere il ruolo di progettisti, presidenti di consorzio e amministratori di condominio. Una nuova discussione ci sarà nel pomeriggio, con i parlamentari abruzzesi obbligati a contrastare l’offensiva della Lega Nord, che spinge per estendere alcune provvidenze anche alle zone dell’Emilia, della Lombardia e del Veneto colpite dal sisma del maggio scorso.