PERUGIA – “È stato come essere travolta da un treno, non potevo credere a quello che stava succedendo… Aspetto le motivazioni, ma è stata una cosa orribile. Ora ho bisogno dell’aiuto di tutti”. Lo ha detto Amanda Knox, capelli corti, maglietta rosa, piangendo durante la sua prima intervista alla tv americana Abc dopo la sentenza. “La mia prima reazione è stata: Oh no, questo è sbagliato, non è possibile, è una cosa orribile”. Lo racconta Amanda Knox, spiegando alla Abc di aver seguito la sentenza con i familiari su una tv italiana on-line.
Alla famiglia di Meredith ha ribadito il suo messaggio di profonda solidarietà e vicinanza: «Ho mandato attraverso i miei legali una lettera ai familiari di Meredith. Auguro a loro ogni bene», ha detto Amanda in lacrime ai microfoni della Abc. E a proposito della possibilità di una sua estradizione in Italia, ha commentato: «Non sono preparata, non potrò mai desiderare di tornare in quel luogo… ma aspetto di leggere le motivazioni. Voglio combattere sino alla fine».
La paura di Amanda è motivata. Se la Corte di Cassazione dovesse confermare per lei la condanna a 28 anni e sei mesi di carcere , l’Italia ne chiederebbe l’estradizione agli Stati Uniti. Con quali possibilità di successo? Al caso si applicherebbe il Trattato con gli Stati Uniti entrato in vigore nel 1984, che prevede l’estradizione nel caso di condanne a più di un anno di carcere per reati che siano considerati tali anche negli Usa. Dal Trattato sono esclusi i reati di tipo politico o militare, come fu ad esempio per la strage alla funivia del Cermis per cui Washington negò l’estradizione dei piloti del Prowler, ma ovviamente la condanna di Amanda non rientra in questa fattispecie.
Un illustre giurista come Alan Dershowitz, docente a Harvard, ha dichiarato alla Nbc che in caso di condanna definitiva l’estradizione è probabile: «Siamo il Paese che chiede più estradizioni al mondo e dovremmo rifiutarla per una persona condannata per omicidio? È comunque la seconda volta che viene condannata». L’unico ostacolo all’estradizione, peraltro già adombrato dai legali della Knox, potrebbe essere rappresentato dal «double joepardy», il principio della Common Law recepito dalla Costituzione americana per cui un accusato non può essere giudicato due volte per lo stesso reato.
Amanda era già stata condannata a 26 anni in primo grado e poi assolta in appello, sentenza poi annullata dalla Cassazione che ha chiesto un nuovo processo conclusosi con la condanna a 28 anni e sei mesi. Gli avvocati potrebbero argomentare che, con la pronuncia definitiva della Cassazione, la giovane americana sarà passata di fatto attraverso cinque gradi di giudizio. Se in base a questo principio Amanda non venisse estradata, eventualità tutt’altro che remota viste anche le pressioni dell’opinione pubblica americana, l’Italia avrebbe sempre la possibilità di chiedere che la pena venga scontata nelle carceri americane.