ROMA – Giuseppe Spinelli, il giorno dopo l’arresto dei suoi sequestratori, smentisce l’ipotesi che sia stato pagato alcun riscatto ma le indagini sul rapimento del `cassiere´ di Silvio Berlusconi, puntano comunque su un viaggio in Svizzera fatto da alcuni componenti della banda. La trasferta in territorio elvetico di questi, ipotizzano gli inquirenti, potrebbe essere legata al trasferimento di soldi anche se fino ad ora del denaro non è stata trovata traccia nelle tre cassette di sicurezza perquisite.
C’erano solo facsimili di banconote che, dicevano gli stessi arrestati intercettati, dovevano servire a fare le prove di trasporto del denaro all’estero per verificare la frequenza dei controlli doganali. Domani inizieranno davanti al gip Paola De Lorenzo gli interrogatori degli arrestati.
«Leggo con stupore ricostruzioni fantasiose della grave e dolorosa vicenda che è accaduta alla mia famiglia e a me». Dichiara nel frattempo Spinelli. «Debbo precisare – aggiunge – che il mio ritardo nel riferire al Presidente Berlusconi e all’Avvocato Ghedini come si erano svolti effettivamente i fatti è dovuto unicamente al forte timore di gravi ritorsioni nei confronti dei miei familiari. La denuncia alla Autorità Giudiziaria è stata fatta immediatamente dopo. Debbo inoltre ribadire che nessuna somma di denaro è stata pagata né vi è stata alcuna trattativa».
A dare manforte a questa tesi, anche il legale dell’ex premier Niccolo’Ghedini: «Le ricostruzioni ed i commenti apparsi su molti giornali oscillano fra il risibile e l’assurdo. Come risulta dagli atti e come risulterà da qualsiasi ulteriore accertamento, i fatti sono del tutto chiari e lineari». L’avvocato ricostruisce quindi l’intera vicenda, a partire dalla prima chiamata di Spinelli in cui avrebbe narrato «non del sequestro in corso» ma di essere stato avvicinato da alcune persone inviate da uno studio legale” per fornire materiale per la causa CIR-Fininvest in cambio di 35 milioni di euro. Poi il giorno dopo l’incontro con Berlusconi e la richiesta di Spinelli «di attendere ancora per consentirgli di avvertire la moglie». E infine il coinviolgimento dell’autorità giudiziaria. «Nessuna somma di denaro è mai stata pagata né vi è stata alcuna trattativa – insiste Ghedini – Qualsiasi illazione su questo punto è totalmente destituita di fondamento. Berlusconi non ha avuto alcun ruolo. L’unica sua preoccupazione è stata per l’incolumità del suo collaboratore e dei suoi familiari». Per questo gli ha offerto «ospitalità e gli ha messo a disposizione una scorta privata. Il tutto, fra l’altro, in pieno accordo con la Procura di Milano. Non vi è quindi nessun punto oscuro in questa vicenda. Tutte le illazioni avanzate – conclude il legale – non sono altro che speculazioni di natura evidentemente politica».