
ROMA – Annunci e promesse di tagli alle tasse continuano a scandire la campagna elettorale dei leader in campo per la conquista di palazzo Chigi. Mario Monti ribadisce il “no” al condono proposto da Silvio Berlusconi e annuncia un piano di riduzione fiscale articolato in cinque punti che prevede la riduzione di Irpef, Imu e Irap, e nessun aumento dell’Iva. Berlusconi rilancia sulla creazione di nuovi posti di lavoro (quattro milioni) e promette ai neo-imprenditori di non dover pagare imposte per i primi 5 anni di attività della nuova impresa. Pier Luigi Bersani insiste sull proposta di accantonare 10 miliardi l’anno per 5 anni per ripianare i debiti delle piccole e medie imprese emettendo titoli di Stato. «Una proposta ragionevole – ha ribadito oggi il segretario del Pd- che non spaventerà i mercati che ci chiedono solidità e rigore ma anche di mettere in moto la crescita».
La novità della giornata viene da Scelta Civica per Monti che mette al primo punto del programma economico la riforma del sistema fiscale, a cominciare dal taglio dell’Irpef per i redditi medio-bassi, da una graduale riduzione dell’Irap per le imprese e aumentando una serie di detrazioni sulla prima casa per alleggerire il peso dell’Imu sulle famiglie. Monti parla anche di lavoro e rimette sul tavolo la proposta di sperimentare un nuovo contratto a tempo indeterminato, più flessibile ma a più basso costo previdenziale e fiscale.
Berlusconi però rilancia: dopo la proposta sulla restituzione dell’Imu promette 4 milioni di posti di lavoro e l’azzeramento delle tasse alle imprese che aprono. «Se coltivate il sogno di diventare imprenditori, vi troverete una sorpresa – dice non dover pagare imposte per i primi 5 anni di attività della nuova impresa». I prestiti «per far partire un’attività o anche acquistare una casa – spiega l’ex premier – verranno da un fondo speciale del Tesoro a garanzia delle banche.
Quanto alle alleanze dopo il voto, si ridimensiona la polemica tra Sel e Pd dopo l’apertura di Bersani a Monti. «Ognuno pensi ai poli suoi – ripete il segretario del Pd rivolgendosi al professore – io sto con Vendola e Tabacci, per Monti non ho ancora visto la sua foto di gruppo ma sarebbe con Fini e Casini che sui temi sensibili, ma anche sulle liberalizzazioni, hanno idee diverse». Bersani chiarisce anche sul `caso´ sollevato in mattinata da Stefano Fassina, responsabile economico del Pd, secondo cui «nel caso di ingovernabilità, si cambia la legge elettorale e si torna al voto». «Un Paese serio non può continuare a inseguire le elezioni», è la replica di Bersani – «gli italiani prenderanno una chiara direzione di marcia». “Flirtare con Monti, Fini e Casini fa perdere le elezioni al centrosinistra – avverte Vendola – se il giochino è quello di annacquarci, noi lo faremo saltare”.