SULMONA – Sulmona tornerà presto al voto. In nove sono stati i consiglieri comunali che hanno sottoscritto le dimissioni, determinando di fatto lo scioglimento del Consiglio comunale.
I primi alla firma, davanti al segretario generale del Comune, Giampaolo Santapaolo, sono stati proprio i consiglieri del Pd, Alessio Di Masci e Fabio Ranalli, che hanno subito respinto la raccomandazione venuta in serata dal segretario regionale Marco Rapino. A seguire tutti gli altri.
Hanno rassegnato le dimissioni i quattro del gruppo Sulmona al Centro, espressione dell’assessore regionale Andrea Gerosolimo, Gianfranco Di Piero, Alessandro Pantaleo, Daniele Del Monaco e Luigi Santilli, che nell’ultima campagna elettorale del 2013 fu il consigliere eletto con maggior numero di preferenze. Quindi è stata la volta del capogruppo di Forza Italia, Luigi La Civita e poi dei consiglieri Mimmo Di Benedetto e il consigliere di Sbic, Alessandro Lucci. Il movimento civico di Lucci solo poco prima delle 21 ha deciso di aderire all’iniziativa delle dimissioni.
L’estremo tentativo di scongiurare la fine anticipata della consiliatura è stato compiuto proprio con gli uomini di Sbic da rappresentanti del Psi e di Sel, che hanno proposto al movimento civico l’ingresso nella maggioranza. Il no di Sbic, a conclusione di una giornata assai intensa, ha detto l’ultima parola sul destino della consiliatura e del sindaco Giuseppe Ranalli.
Ranalli, vincendo il ballottaggio sul candidato del centrodestra, Luigi La Civita, fu eletto sindaco nel giugno del 2013. I consiglieri sono arrivati alla spicciolata, a palazzo S.Francesco, in un’atmosfera di sentimenti contrastanti, tra sorrisi, strette di mano, perfino qualche abbraccio tra avversari e per molti il pensiero già rivolto al prossimo futuro.
Adesso comincia la corsa contro il tempo per accelerare l’iter burocratico che dovrebbe portare il Presidente della Repubblica a firmare il decreto di scioglimento del Consiglio comunale entro il 24 febbraio, favorendo un commissariamento breve del Comune, quindi fino alle elezioni amministrative della prossima primavera.