PESCARA – Otto persone sono finite in carcere, e tre ai domiciliari, in un’operazione anti prostituzione. Stroncata dalla Polizia di Pescara un’organizzazione, composta da persone di nazionalità albanese e romena, specializzata nello sfruttamento e favoreggiamento di alcune donne nel capoluogo adriatico.
Dall’alba gli agenti della Squadra Mobile, coordinati dal primo dirigente Pierfrancesco Muriana, in collaborazione con i colleghi delle Squadre Mobili di Teramo e Lucca, hanno dato esecuzione alle undici misure cautelari restrittive.
L’indagine, partita nel 2016 anche sulla base di segnalazioni di un comitato spontaneo di cittadini, è andata avanti grazie a intercettazioni telefoniche e servizi di personale in borghese, che hanno permesso di verificare e riscontrare i fatti contestati agli indagati, e di mappare le postazioni di lavoro di prostitute già note perché sfruttate da persone coinvolte in indagini precedenti.
Nel corso delle indagini è emerso che, nei luoghi dediti alla prostituzione, in particolare nella zona della stazione ferroviaria, esercitava una 35 enne italiana risultata affetta da Hiv ed epatite C. Per questo, con il consenso dell’Autorità Giudiziaria che ha autorizzato la diffusione della notizia, la Polizia, per valutare un’eventuale condotta lesiva nella trasmissione di malattie, invita persone eventualmente a conoscenza dei fatti e in possesso di notizie utili a rivolgersi alla Questura di Pescara.