SULMONA – Si torna a parlare di metanodotto. Stavolta sono state cinque le richieste fatte al presidente della Giunta regionale d’Abruzzo Luciano D’Alfonso dai Comitati Cittadini per l’Ambiente in vista dell’incontro convocato a Roma, il 30 aprile dalla Presidenza del Consiglio dei Ministri sulla Centrale di compressione gas di Sulmona. Sono stati invitati, oltre ai rappresentanti dei competenti Ministeri, la Regione Abruzzo e il Comune di Sulmona.
Tra le richieste, quella “che il Presidente D’Alfonso intervenga personalmente all’incontro del 30 aprile; che la Regione non si limiti a ribadire le motivazioni di contrarietà all’opera, attraverso il ‘no’ all’intesa con lo Stato, ma contesti su tutta la linea il carattere autoritario e prevaricatore della posizione del Governo; che esiga che nessuna decisione venga assunta in merito alla sola centrale di compressione, poiché metanodotto e centrale costituiscono, come da progetto Snam, un’opera unitaria; che la Regione si batta affinché venga sospesa ogni decisione di merito alla luce delle anomalie riscontrate; che l’ente esiga dal Governo il pieno rispetto della volontà delle istituzioni democratiche, dando attuazione, in particolare, a quanto deciso dalla Commissione Ambiente della Camera dei Deputati, attraverso l’istituzione di una apposita commissione bilaterale che, nell’arco di 6 mesi, elabori soluzioni alternative sia per la centrale che per il metanodotto”.
“Al Governatore Luciano D’Alfonso chiediamo di ‘metterci la faccia’ e di non continuare a defilarsi come ha fatto finora. Nell’ assemblea del 22 settembre dello scorso anno al Cinema Pacifico di Sulmona D’Alfonso dichiarò che la Regione non sarebbe stata ‘il cameriere dello Stato’, ma l’impegno del Presidente durò poco, fino al primo ottobre, quando ebbe un duro confronto proprio con De Vincenti. Da allora di D’Alfonso, sulla questione Snam, si sono perse le tracce”, concludono i Comitati Cittadini per l’Ambiente.